Banca Mondiale: ci saranno lotte per acqua e cibo a causa del riscaldamento globale

land-grabbing27 apr – Entro il prossimo decennio i cambiamenti climatici avranno l’effetto di innescare delle dispute per le risorse idriche e agricoli: lo ha affermato Jim Yong Kim, presidente della Banca Mondiale.
Come riporta il quotidiano britannico The Guardian Jim ha sottolineato come sia possibile limitare l’aumento della temperatura a due gradi centigradi ma che fino ad ora non si è riusciti a replicare “l’incredibile successo” della collaborazione fra scienziati e attivisti nella lotta contro l’Hiv.

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Il presidente della Banca Mondiale ha deplorato come la ricerca sulle energie rinnovabili non sia ancora sufficiente e come non vi sia ancora un processo che permetta di trasferire velocemente le scoperte in ambito universitario nell’industria.

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La Banca Mondiale in particolare è in grado di prestare assistenza nella lotta ai cambiamenti climatici in quattro settori: fissare dei prezzi stabili per il carbonio, rimuovere i sussidi ai combustibili fossili, investire nelle città pulite e sviluppare un’agricoltura sostenibile.

Jim ha sottolineato come sia fondamentale garantire un migliore accesso alle risorse idriche, sia per l’acqua potabile che sanitaria: “Si dice che il carbonio sia la moneta dei cambiamenti climatici: allora l’acqua sono le zanne. Le battaglie per l’acqua e il cibo saranno gli effetti più diretti del riscaldamento globale entro il prossimo decennio, non c’è alcun dubbio”.

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Il presidente ha infine ammesso che la Banca Mondiale ha commesso errori “ideologici” nel passato, come ritenere necessario che la popolazione più povera dovesse pagare per la sanità pubblica, e che continuare a ignorare le disuguaglianze crescenti pone il rischio di disordini sociali.

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Un nuovo programma di sviluppo agricolo promosso dalla Banca Mondiale mette a rischio la sicurezza alimentare nei paesi in via di sviluppo.

(fondazionedirittigenetici) L’accusa è stata lanciata da una coalizione di organizzazioni con sede negli Usa, tra cui l’Istituto Oakland e il Pan-African Institute for Consumer Citizenship and Development, che hanno accusato la Banca Mondiale di incoraggiare il land grabbing e di favorire gli interessi esclusivi delle multinazionali in Africa e Asia.

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Al centro della protesta internazionale è il progetto “Benchmarking the Business of Agriculture (BBA)”, finanziato da USAID, dal Dipartimento per lo Sviluppo Internazionale britannico (DfID), dal governo olandese e danese e dalla Fondazione Bill e Melinda Gates, con lo scopo di promuovere l’accesso ai semi, i fertilizzanti, la meccanizzazione, i trasporti e la tecnologia in 10 paesi in via di sviluppo: Etiopia, Filippine, Guatemala, Rwanda, Morocco, Spagna, Mozambico, Uganda, Nepal e Ucraina.

La Banca riconosce che il BBA è costruito attorno al business, ma per fornire ai responsabili politici uno strumento utile a sviluppare un ambiente favorevole per l’agro-alimentare locale e regionale. Secondo la coalizione, invece, il programma pilota della Banca Mondiale richiede ai governi locali l’attuazione di riforme, riguardanti le procedure amministrative, il sistema di tassazione e le regolazioni di natura ambientale e commerciale, che favoriscono ampiamente le imprese investitrici a scapito delle popolazioni locali.

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Nel documento elaborato dalle ONG, “Our Land; Our Business”, si denuncia infatti che l’obiettivo è quello di applicare i criteri della speculazione finanziaria al settore agricolo, mettendo a rischio la sicurezza alimentare e l’autosufficienza economica di quei paesi. Nel comunicato si ribadisce che l’agricoltura su scala industriale ha mostrato di avere effetti dannosi per l’ambiente e le persone, e pertanto questo modello non dovrebbe essere esteso ai paesi in via di sviluppo.

Inoltre, che a causa del fenomeno di “land grabbing”, solo per il decennio 2000-2011, sono stati acquisiti dagli investitori circa 200 milioni di ettari di terra fertile, spesso con contratti che assicurano lo sfruttamento per una durata media di 50-99 anni.
Per questo la coalizione lancia un appello alla Banca Mondiale affinché cessi di ignorare il ruolo prioritario dei piccoli agricoltori nell’assicurare un uso sostenibile delle risorse naturali e nel garantire la futura sicurezza alimentare.

Per saperne di più:
Our Land; Our Business

 

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