30 nov – L’Europa si dà una nuova sfida, quella di salvare la propria biodiversità in agricoltura, preservando razze di animali e colture quasi dimenticate, perché la legge di mercato chiede agli agricoltori di produrre solo determinati tipi di carni, e solo alcune varietà di piante. La Commissione europea propone ora di cambiare marcia, almeno per due ragioni. In primo luogo, garantire la sicurezza alimentare “assicurando l’accesso ai prodotti di qualità , sicuri e a costi contenuti, nell’ambito di una produzione agricola sostenibile”.
Ma anche per “meglio proteggersi da malattie, siccità , cambiamenti climatici grazie a risorse locali”.
Il nuovo approccio emerge da un rapporto della Commissione europea, che sarà sottoposto all’esame del Parlamento e del Consiglio Ue, dedicato alla salvaguardi delle “risorse genetiche in agricoltura”. Non si parte da zero. In Italia esistono programmi di cooperazione europea nel settore: vanno dal riso della Lombardia alle carni della Sicilia. Ma questo non basta.
Bisogna rilanciare – spiegano esperti Ue – il partenariato tra agricoltori, ricercatori e mercato, per dare spazio all’allevamento di vecchie razze, o di colture tradizionali, sostenendo finanziariamente il produttore che partecipa al progetto, e cercando di creare un mercato per quei prodotti. I fondi si trovano nei finanziamenti Ue per lo sviluppo rurale 2014-2020, ma anche il programma Ue ‘Horizon 2020’ dispone di oltre 4 miliardi di euro per la ricerca e l’innovazione in agricoltura.
