Roma 7 Gen – Che non si ripeta la tragedia di Vermicino di trent’anni fa. Qui non è un pozzo artesiano, incautamente lasciato scoperto, che ha creato il dramma, bensì alcuni dipendenti comunali di Roma (leggasi combinato disposto di assistente sociale e psicologa), che con imperizia e imprudenza, inducendo in errore i giudici, hanno creato artatamente un baratro, travestito di apparente legalitĂ , che sta uccidendo letteralmente una bambina, sotto gli occhi indifferenti di una nazione, troppo occupata a sentire giornalmente di crisi economica, costi della politica, spread e quant’altro.
Nessuno riuscì a salvare Alfredino Rampi, nonostante l’intervento del sanguigno Presidente della Repubblica di allora Sandro Pertini che, impulsivo e passionale, quantomeno andò di persona a verificare cosa accadesse in quella frazione di Frascati e come agivano i soccorsi.
Giorgio Napolitano invece non si intromette; tutt’al più lo si disturbasse farebbe mandare dal suo Consigliere Giuridico il solito bigliettino che dice: “abbiamo trasmesso il suo esposto al C.S.M.”, cioè a dire: campa cavallo che l’erba cresce!
Intanto la nuova tragedia, sempre al rallentatore, si consuma giornalmente senza neppure la consolazione delle telecamere che informino l’opinione pubblica distratta e ignara.
Alfredina Rampi – chiameremo così la piccola B.G. di sette anni (guai a mettere il suo nome e cognome perchĂ© sarebbe reato, mentre non è reato rapirla e sottrarla alla madre, alla sua casa, ai suoi nonni, alle sue maestre, alle sue compagnette) che da venti lunghissimi giorni è dentro il pozzo artesiano romano chiamata “Casa Famiglia”– attende che qualcuno la vada a salvare: Lei vuole uscire dal “pozzo” ma nessuno la ascolta, nonostante le sue grida disperate, che non spezzano il cuore ma lo frantumano.
E’ vero, non è il solo caso oggi in Italia, ma a maggior ragione: salviamo Alfredina Rampi, perché forse, proprio salvando lei, si salveranno tutti quei bambini che in nome della Legge sono stati sottratti ingiustamente alle madri e persino ad entrambi i genitori.
Fra tre giorni, il 10 gennaio la Corte di Appello di Roma, Sezione Minori, presieduta dalla dottoressa Alida Montaldi, deciderĂ le sorti di Alfredina Rampi; speriamo che la salvi chiudendo quel nefasto pozzo artesiano, vestito di ingannatrice legalitĂ , che ogni anno risucchia tanti, tantissimi bambini incolpevoli ed innocenti.
Strappando al pericolo questa creatura sono certo che si metteranno in salvo tanti bambini in Italia e il terrorismo dei moderni S.S. (Servizi Sociali) padreterni orgogliosi, persuasi di avere il dono divino di guidare i bambini e le oro madri, verrĂ debellato definitivamente.
Avv. Giuseppe Lipera del Foro di Catania
Patrocinante in Corte Suprema di Cassazione
