Tragedia Lampedusa, Gino Strada: “Mi vergogno di essere italiano”

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“Non volevamo partire, c’era brutto tempo. Ma gli scafisti ci hanno costretti sotto la minaccia delle armi e non avevamo altra scelta. Siamo partiti a bordo di quattro gommoni in 460, ma uno dei gommoni, durante la traversata, è affondato e sono morti tutti i profughi a bordo. Tra loro c’erano anche tre bambini. E’ stata una tragedia, non avrei mai immaginato di vivere un incubo del genere”.

“Ci tenevano chiusi in un magazzino alla periferia di Tripoli – raccontano – e ci dicevano di aspettare prima di partire. Aspettavano il momento giusto. Poi, sabato, senza preavviso, sono venuti. Erano tutti armati e ci hanno costretti a lasciare quel campo per raggiungere una spiaggetta di Tripoli“.hanno raccontato alcuni superstiti agli operatori di Save The Children

Nel video l’intervista di Valeria Teodonio

Il fondatore della Holding milionaria Emercency (l’associazione umanitaria che fattura come una multinazionale), ignorando o volendo ignorare che la tragedia è stata voluta e carcata dagli scafisti per ordine di NON SI SA CHI, se la prende con l’Italia e commenta duramente l’ennesimo naufragio di immigrati sulle coste italiane: “Li si considera cittadini di serie B, non si venga a raccontare che non ci sono le risorse per evitare queste morti“. Su Facebook aveva scritto: “Mi vergogno di essere italiano“. Neanche una parola (che strano) contro i trafficanti di esseri umani.

“E’ così – dice a Repubblica.it – l’Italia ha delle responsabilità. Ci troviamo di fronte a una tragedia ricorrente e noi non siamo capaci di salvare persone in pericolo. Mare nostrum? Potrebbe essere una soluzione, la sostanza è che dobbiamo impegnarci perché questo non succeda più”.