“Zizi sexuel”, Francia: qui la pedofilia è finanziata dallo Stato

 

di Tommaso Scandroglio – nuovabussolaq

1 NOVEMBRE  – Premi un pedale ed un pene diventerĂ  eretto. Premilo ancora ed eiaculerĂ . Non si tratta di un gadget di un pornoshop bensì di uno “strumento interattivo educativo” per bambini, uno dei tanti presenti alla mostra “Zizi sexuel” che si tiene presso i padiglioni del Museo della Scienza e dell’Industria di Parigi. La parola francese “zizi” potrebbe essere da noi tradotta come “pisellino”. La mostra è rivolta ai bambini tra i 9 e 14 anni e vuole introdurre queste anime candide alla scoperta del sesso. Come se questi bambini una volta diventati ragazzini non diventeranno dei veri e propri sommozzatori nel mare magnum del sesso.

Dunque, oltre al manichino che si eccita se il bimbo pigia un pedale – e così gli imberbi penseranno che schiacciarsi un piede sia la cosa piĂą eccitante che esista – vi sono altre curiositĂ  pedopornografiche. C’è una campana con moltissimi profilattici colorati e ben gonfiati, una sagoma di una donna nuda senza testa dove le bambine possono metterci la loro di testa per provare l’”ebbrezza” di mostrarsi nude davanti a tutti, un letto dove i bambini guardano scene di sesso. In una stanza poi c’è la possibilitĂ  di ascoltare la descrizione di cosa sia la masturbazione o l’omosessualitĂ . In questa stanza è vietato l’ingresso degli adulti, perchĂ© l’innocente non sa difendersi, ma papĂ  e mamma invece monterebbero su tutte le furie se sapessero cosa passa in quelle cuffie e dunque è bene tenerli a distanza.

Vi è poi un libretto fornito a tutti i piccoli visitatori in cui accanto a scene di sesso esplicito ci sono anche scene violente. Per gli insegnanti più puritani esiste invece un vademecum sulla mostra e al fine di preservarli dallo scandalo vi sono contenute affermazioni rassicuranti come «la pornografia non recherà disturbo in merito alle condotte della futura vita sessuale dei bambini».

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Il ministero dell’Educazione ha patrocinato l’iniziativa finanziandola e si è premurato di invitare migliaia di classi a questa mostra, o “mostro”, spesso all’insaputa dei genitori. All’ombra della Torre Eiffel la pedofilia è affare di Stato. Naturalmente chi ha organizzato l’evento non trova nulla da ridire sui messaggi espliciti e pornografici a cui sono esposte le verdissime coscienze del giovane pubblico. «La mostra cerca di veicolare i valori essenziali e universali: l’amore, l’amicizia, il consenso e l’uguaglianza tra l’uomo e la donna. Cerca di rispondere alle domande tipiche dei piĂą piccoli, come nascono i bambini, che cosa è l’amore», ha spiegato la curatrice della mostra, Maud Gouy. «Penso che sia importante», ha continuato la Gouy, «che l’esposizione parli di omosessualitĂ  e che spieghi che gli insulti sessisti sono un reato. É una parte importante dell’educazione civica e alla sessualitĂ . Chi viene alla mostra non troverĂ  nulla di scioccante». E a proposito di reati, l’associazione Sos Education ha lanciato una petizione contro questa esposizione, anzi: esibizione. Petizione che ha raccolto sin ora 35mila firme.

Stessa aria di violenza psico-sessuale a danno dei minori la respiriamo a Trondheim, in Norvegia. Presso l’istituto Breidablkk, ai bambini di prima elementare è stato chiesto di scrivere sotto l’immagine di un elefante quale animale vedessero. Peccato che – e ci scuseranno i lettori per tanta crudezza di descrizione – l’elefante con la propria proboscide stia aspirando sperma dal pene eretto di un uomo nudo appoggiato a un albero di mele. Il compito era da fare a casa e a casa non pochi genitori sono saltati sulla loro sedia Ikea (che è svedese ma poco importa). Norvegesi liberal e disinibiti sì, ma fino ad un certo punto. Henri Merge, l’autrice del disegno, ovviamente ha detto che non ne sapeva nulla, che questo bozzetto come tanti altri è in rete e dunque a disposizione di tutti. Proprio tutti, tanto che il ministro della Cultura realizzò tempo fa anche una mostra con questi disegni.

Morale della favola. I mostri esistono e stanno presso i ministeri dell’Educazione e nelle scuole. Pare banale sottolinearlo, ma queste due vicende a tinte foschissime stanno a dimostrare che una lobby pedofila esiste, eccome, ed opera ormai alla luce del sole ed ad altissimi livelli. Dietro al pretesto di fare educazione sessuale ai bambini – intento già da censurare per mille motivi – si cela il vero intento: corrompere i bambini, abituarli alla sessualità precoce, renderli disinibiti e quindi ridurli a prede sessuali per gli adulti. A furia di maneggiare peni finti, vedere scene di sesso anche omosessuale, toccare ed essere toccati, guardare ed essere guardati, maschietti e femminucce saranno stati cucinati a dovere, pronti per essere divorati dai pedofili di Stato.