
13 apr – Indipendentemente da cosa ne penseranno gli ipocriti, gli imbecilli, i vigliacchi e gli impostori, quanto sostengo, non veicola alcun odio o sentimento di superioritĂ , ma veicola lâamore delle Culture radicate e diverse, il rispetto degli Esseri Umani e della loro Storia, Cultura, IdentitĂ e CiviltĂ ; a cominciare dalla nostra.
Le popolazioni che spesso noi tutti evochiamo, vivono qui, sono popolazioni essenzialmente uscite dallâAfrica, dal Maghreb, oppure provengono da altre Regioni del Mondo, ma sono comunque legate allâislam. Parlo ovviamente di qualsiasi individuo che attualmente abbia, la Cittadinanza o la residenza in Italia. Ritengo, che le difficoltĂ economiche e politiche, appena subentrate e che secondo me, ce le porteremo dietro per i prossimi 15 anni, sboccheranno purtroppo, quasi certamente su dei rigetti violenti di cui gli stranieri e le minoranze ne saranno lâoggetto; i fenomeni demografici e il riflusso dellâassimilazione, condurranno a degli squilibri socio-culturali crescenti, i quali potranno condurre allâesplosione e alla rivolta civile. Questa terribile constatazione è una di quelle che ha motivato la mia persona a scendere in Politica.
VIDEO â Kyenge: âHo preparato un piano strategico per lâintegrazioneâ
In Italia come nel resto dâEuropa, il tema dellâemigrazione è un tabĂš orchestrato, originariamente dalla sinistra, poi da parte dellâestrema sinistra con lâaccondiscendenza attiva dei capitalisti-liberali. Curiosamente, sempre supportato dai media europeisti. Per spiegarmi meglio mi corre lâobbligo ricordare che oltre il 10% degli abitanti dellââancora per pocoâ nostra Nazione, sono immigrati e invece di lasciare il soggetto nel quadro di un dibattito democratico, i poteri pubblici, obbedienti ai dettami finanziari e mediatici, lâhanno volutamente lasciato in mani discreditate, permettendo cosĂŹ che emergesse una situazione conflittuale e incontrollabile.
I flussi migratori, pacifici o violenti, le occupazioni, volontarie o congiunturali, esistono da sempre, eppure questo, non è limitato al genere umano, anche se costui adorna la conquista della terra dellâaltro con considerazioni intellettuali. âLa migrazione è indipendente dalle forze rispettiveâ, cosĂŹ le legioni romane ebbero il sopravvento sui Goti, che avendo a che fare con un integrazione dipendente dal numero, il potere imperiale fu impotente nel contenere lâinvasione e Roma non fu vinta, ma si è disfece, cadde, si cedette e numericamente venne barbarizzata.
La cattiva o la non conoscenza della Storia volontariamente diffusa dai Media, le confusioni sapientemente costruite fra la schiavitĂš, la colonizzazione e lâemigrazione, hanno generato la doppia impostura della âvittimizzazioneâ degli stranieri presenti sul nostro suolo e la colpevolezza nazionale; questâultima sâiscriva nellâauto-denigrazione sistematica, delle pseudo-èlites, che sono al potere da 30 anni. La schiavitĂš è stata definitivamente abolita quasi 50 anni prima dellâespansione coloniale; prima la tratta dei neri fu un fenomeno massiccio â nel XVI e XVII Secolo – e in modo maggioritario praticata dalla Spagna, dallâOlanda e dallâInghilterra. Conviene anche ribadire che gli schiavi costituivano una merce i cui i fornitori erano piĂš spesso islamici e che la quantitĂ di Regni africani costituivano la loro principale fonte di reddito. Mettere schiavi al servizio dei padroni non fu una questione europea, poichĂŠ gli europei allora non rappresentavano i principali clienti. Si stima in 11 milioni il numero di schiavi comprati da Nazioni europee e piĂš di 12 milioni quelli acquistati da Nazioni a potere islamico.
Oggi sappiamo dove sono i discendenti di questi trapiantati a causa del commercio triangolare, ma non sappiamo dove sono i discendenti di quelli importati verso il Nord-Est. La colonizzazione, che ha fatto nascere le difficoltĂ attuali, – con tutto il talento degli uni e tutta lâutopia degli altri – il nostro Paese, assieme allâInghilterra ed alla Francia potrĂ lanciarsi in una Politica europea alla quale le Nazioni che la compongono oggi, troveranno difficilmente delle soluzioni. Possiamo quindi urlare, con lâEuropa degli idioti allâindignazione – o evidenziare gli aspetti positivi -, ma resta un fatto: giudicare dei fatti antichi in base al nostro grado di conoscenza e di coscienza attuale è unâimpostura intellettuale, con la quale si giunge a negare lâevoluzione e il progresso.
Eppure, durante i 50-80 anni di presenza delle colonie hanno conosciuto uno sviluppo generale e considerevole, sono cessate le Guerre tribali, è emerso lo Stato di Diritto e lo schiavismo è stato soppresso. Lâantifona del saccheggio è una stupiditĂ , poichĂŠ lâAfrica esportava dei prodotti agricoli di natura riproducibile e dei Minerali, cosa che ancora fa, grazie alle infrastrutture pagate da noi. Ă dalla metĂ degli anni ottanta, che lâAfrica si è impoverita, che viene saccheggiata delle sue materie prime, in cambio una ciotola di riso, è da allora che le sue Culture sono state distrutte, che il suo tessuto agricolo vitale è stato laminato, gettando nelle CittĂ sovrappopolate, milioni di infelici che non sognano altro che lâimmigrazione. LâAfrica colonizzata è diventata indipendente da mezzo Secolo e non è allâItalia che bisogna presentare il conto!
LâEmigrazione afro-islamica, che pure in questo contesto, la disinformazione e lâignoranza dominano, può essere analizzata in tre ondate; La prima (1955 – 1970) è quella degli appelli ad una manodopera per la ricostruzione del Paese e concerne meno di 400 000 uomini, fra cui molti sono ripartiti per finire i loro giorni al proprio Paese. Son rimasti solo, quei vecchi sempre degni, seduti la sera sulle panchine dei nostri giardini pubblici. La seconda è quella del raggruppamento e dei ricongiungimenti familiari, quella delle prime nascite nel nostro Paese, della pressione sui salari e la rottura con lâunitĂ della classe operaia e per questo, il rispetto e lâaccoglienza degli arrivati nel Paese che li ha accolti e il desiderio di assimilazione nella nostra Cultura da parte loro, restano largamente presenti. Il razzismo nei loro confronti è poco sviluppato e câè ancora quellâaspetto paternalista di cui âsiamo tutti brava gente â.
In merito alle prime due ondate, lâintegrazione, per coloro che desiderano restare, lâinclusione per la coesistenza pacifica e temporanea per gli altri, sono possibili; la nostra societĂ resta ferma, crede in sĂŠ stessa, è un riferimento mondiale e le sue Ălites politiche, economiche e culturali, il sistema educativo non è ancora stato distrutto del tutto dai sinistronzi. Lâultima ondata, è quella voluta proprio da loro, da quella sinistra, affetta dal cancro del relativismo, dalla sinistra buonista e pacifinta, della cultura dellâodio, dellâincitamento allâinvasione, delle regolarizzazioni massicce, quella dei soli Diritti e che non parla mai dei Doveri, utilizzata ad hoc, come mezzo supplementare per la distruzione della coerenza nazionale. Fino ad allora câera almeno una corrispondenza economica, a partire da quel momento e fino ad oggi siamo giunti ad un approccio dogmatico scisso da tutte le realtĂ , a cominciare da quella Sociologica dei popoli. Mentre per le ultime due ondate, le cervellotiche motivazioni della Sinistra e le problematiche della Destra affarista si raggiungono nel detestare lâanima italiana, ribelle alla forsennata europeizzazione.
Lâimmigrazione è utilizzata come mezzo supplementare di distruzione della coerenza nazionale che è un freno al loro potere edonista e millenarista. La discriminazione, resta una discriminazione in base allâorigine, le credenze o la razza; ed è per ciò contraria al nostro Diritto, ai nostri usi, alla nostra anima: la nostra Repubblica riconosce solo dei Cittadini senza distinzione nĂŠ classificazione di sorta. Il âSensibilismoâ umanitario, non la sensibilitĂ , gli ambienti compassionisti, non compassionevoli, hanno indotto un approccio totalmente falsato verso lâemigrazione, dei suoi problemi, delle sue conseguenze e pure delle sofferenze che provoca. Non neghiamo i drammi umani che supportano quelli che i francesi chiamano i âsans Papierâ ai senza casa, ai senza lavoro e sempre sfruttati. La nostra preoccupazione è quella di non limitare la nostra analisi alle difficoltĂ , alle mancanze materiali, ma al contrario, di estenderla alle tensioni causate dallâimpossibile assimilazione di questi milioni di individui sradicati, che godono o meno, presso di noi, di condizioni materiali appena sufficienti.
I meccanismi dellâassimilazione e persino il loro supporto morale sono stati distrutti dai poteri social-liberali. Essendo unâintegrazione contraria alla nostra CiviltĂ e quindi, incompatibili con la nostra cultura, e pur avendo giĂ mostrato i suoi limiti nei Paesi francesi, tedeschi e anglosassoni, non vâè dunque altra scelta che dâorganizzare il divorzio di questa unione che è fallita, prima che i conflitti degenerino. Delle cosiddette Ălites auto-proclamatesi, in crisi dâidentitĂ , private dâideali e sprovviste di rigore morale hanno imposto, in 30 anni, una censura totale su dei concetti provati dalla storia e a volte persino sullâespressione del piĂš semplice buonsenso. Comprendendo bene che la sfida è lâordine culturale, questi apprendisti stregoni, a volte utilitaristi, spesso venali, hanno ingaggiato degli intellettuali per lâillustrazione promozionale del loro genocidio; la nostra sottomissione a questi artisti mediatici certificati è totale e riteniamo nulli i libri che pubblicano incensati solamente dal loro mediocre cenacolo di Giornalastri servili.
Prima di essere un emigrato, lâessere umano è un immigrato. Lâimmigrato, a causa del maltrattamento del suo Mondo natale, subisce un trauma psichico grave. Prima della sua partenza è sottomesso ad una pressione finanziaria considerevole, che può ripercuotersi su delle famiglie intere e addirittura per anni. Durante il viaggio, lo stress è incessante: passatori assassini, pericolositĂ dei trasporti, estorsioni da parte di intermediari, controlli di Polizia, incomunicabilitĂ linguistica ecc. Lâarrivo non costituisce certo un rilassamento e nemmeno il raggiungimento di un obiettivo, poichĂŠ le condizioni di vita non sono cosĂŹ miracolose come quelle sperate o come quelle che vedono attraverso la tv.
Il finanziamento, la partenza, il viaggio, la sopravvivenza allâarrivo, inducono dei comportamenti illegali e spesso violenti. Mi chiedo, in che cosa questa sorte è umana? Fra i difensori dellâimmigrazione, quanti sarebbero capaci di sopportarla? La Parola Razza, oggi è bandita dal Vocabolario corretto e dal campo dellâespressione politica, salvo ben-inteso farne uso descritto come âpositivoâ, e presto anche la parola Religione subirĂ la stessa sorte. Questo è il seguito di unâacculturazione e di una limitazione del dibattito intellettuale, voluti dagli stessi gruppi di pressione che hanno permesso lâinquinamento demografico e comunque lasciato insediare nel nostro Paese una situazione demografica implosiva. Secondo la nostra stima, lâIslam non presenta un Corpus molto ricco e nemmeno molto strutturato, e secondo il nostro pensiero, lâIslam nasconde in sĂŠ stesso quei meccanismi che impediscono la sua evoluzione e non è lâessenza del nostro proposito, che non è affatto di ordine teologico; dâaltra parte crediamo che lâIslam sia un fatto politico culturale che non è mai stato inoffensivo e in esso non vediamo niente che possa mischiarsi favorevolmente alla nostra CiviltĂ . In nome di cosa non avremmo il Diritto di pensarla cosĂŹ, e a quale fine interdirci di esprimerlo?
LâEmigrazione islamo-africana in Italia, in Europa e in Occidente, è un fatto politico organizzato che purtroppo i nostri pseudo governanti negano e in effetti, lâanatema gettato su quelli come noi e altri che ne parlano, è lĂŹ per dimostrarlo. Noi rivendichiamo il Diritto di combattere politicamente lâemigrazione afro-islamica in quanto a fenomeno politico che noi non sottoscriviamo. Noi affermiamo che lâIslam e lâemigrazione incontrollate sono legati e che conducono la nostra Nazione al suo smarrimento e il nostro Paese alla sua rovina. Noi consideriamo che lâemigrazione non sia favorevole nĂŠ al Popolo italiano, nĂŠ ai Popoli da cui sono usciti gli stessi emigrati. Noi affermiamo che câè una distruzione di patrimonio umano da ambedue le parti e che i soli beneficiari sono le forze occulte della finanza mondializzata.
La perdita dei punti di riferimento culturali sradicati, asservisce e annichilisce tanto quelli che partono quanto quelli che ricevono; lâobbligo di partire e quello di ricevere escludono la mutua accettazione. Noi pensiamo che ovunque e in ogni tempo, lâIslam abbia portato lâintolleranza, la violenza e il sottosviluppo, cosa che si sta giĂ verificando e dimostrando in paesi come Francia Olanda, Gran Bretagna e Danimarca. Noi crediamo che gli esempi medievali di una Baghdad o di unâAndalusia floride, sono sovra-sfruttati e che sono largamente dovuti a delle cause pre-islamiche.
Noi analizziamo la filosofia islamica come sommaria, chiusa, globalizzante, teocentrica e assolutamente contraria alla nostra filosofia dâorigine greco-latina. Noi non vediamo in alcun caso, nel pensiero islamico, il posto per unâinnovazione intellettuale; non câè, non ci sarĂ , un Islam italiano, non câè un islam moderato e non ci sarĂ nemmeno un Islam tollerante, come non câè e non ci sarĂ mai un Eurabia dove i buonisti e i benpensanti, credono alla farsa della dissimulazione che tenta di mettere in pratica Tariq Ramadan, il quale, ha lâobiettivo di manipolare le menti e far credere che esiste un Islam moderato, un Islam liberale o un Islam europeo. Fortunatamente câè solo un Islam minoritario.
Noi rivendichiamo il Diritto di dire che lâIslam è un totalitarismo reazionario e retrogrado e se questo non sia il caso, che gli Islamici lo dimostrino, a casa loro. Noi non vediamo alcun obbligo di subire uno snaturamento della nostra SocietĂ , della nostra Cultura, della nostra Storia, delle nostre LibertĂ e della nostra CiviltĂ . La nostra politica, è vincente, perchĂŠ difende unâidea logica e molto semplice: âciascuno a casa suaâ, espressione proibita e ciononostante fondata su dei principi loro stessi semplici: – la Razza è un mezzo sommario di classificazione appartenente al campo del linguaggio quotidiano e universale da un punto di vista biologico che si applica agli esseri umani, essa è di debole pertinenza e poco utile – la Religione è un fatto culturale; anche se si accetta la Gnosi, lâimplicazione sociale delle religioni è di ordine culturale. – la Cultura, ovvero lâinsieme dei referenti e riferimenti storici, sociali e sensuali di una popolazione, è indissociabile dalle vite condivise e dei luoghi che la sostengono, ovvero, da una Storia. – la Cultura è indispensabile allo sviluppo individuale di qualunque essere umano, qualsiasi popolo, ovvero lâinsieme delle persone che condividono una Cultura o una somma di elementi culturali fra loro, come elemento strutturante della loro comunitĂ , ha il Diritto di perpetuare questi elementi culturali.
Tutte le Culture sono degne dâattenzione e di rispetto, ma comunque, non hanno tutte la stessa portata universale. – la Nazione è la scelta di un qualche popolo che si riunisce su qualche territorio, che decide di smussare le sue differenze e sublimare quello che li rende simili. – lo Stato è il mezzo elevato che hanno inventato le Nazioni al fine dâorganizzare la loro vita comune, è dunque in ultima analisi il guscio di protezione, lo specchio della sua anime e lâantenna di una Cultura. Noi affermiamo, in accordo con i principi sopra enunciati, che lâAfrica detta nera ospita diversi popoli aventi diverse Culture abbastanza simili fra loro, certe giĂ disperse, altre in via dâesserlo, e di cui poche hanno avuto una portata universale; le Ragioni sono da ricercare nella Geografia, nella Storia dei popoli, e nei casi che competono allâanimo umano; lâIslam ha, presso i popoli in cui si è imposto, assimilato diverse realtĂ culturali presenti prima del suo arrivo; la Cultura originale di questi popoli si è fortemente cancellata, rigettando spesso nellâoblio la natura universale che aveva questa Cultura, pertanto, aldilĂ delle sue intenzioni, il contenuto dellâIslam è stato arenante ed ha creato una sola Nazione; fra i referenti culturali del popolo italiano, lâidea di una preminenza dellâessere umano, âla persona prima di tuttoâ, del primato generale sul particolare, dellâaccettazione critica della delegazione del potere, sono presenti da generazioni; la particolaritĂ geografica dellâItalia è di essere si mediterranea ma anche atlantica, montagnosa e pianeggiante, continentale e marittima; la forte opposizione fra una ricerca dâazioni comuni e una forte individualità è propria della mentalitĂ italiana ed ha creato una tensione interna particolare, che si ritrova se non nelle lingua nel linguaggio; alcune affermazioni indicano la direzione del nostro pensiero, da cui noi deduciamo che non câè alcuna possibilitĂ di fusione fra i nostri elementi culturali e quelli afro-islamici, non soltanto il differenziale è troppo importante e tocca i cuori delle Culture, ma gli elementi emergenti dallâIslam si comportano come predatori degli elementi piĂš notevoli delle Culture in cui sâimpianta.
Lâindipendenza e la diversitĂ delle Culture sono per noi tanto importanti per la specie umana quanto la protezione degli spazi vergini e il rispetto della diversitĂ biologica. A questo proposito, per quanto concerne le Culture sedentarie, lâintossicazione e la propaganda condotta da 30 anni dai Media agli ordini del potere mercantile mondialista, è dello stesso tipo di quella che concerne gli OGM- .Questa nostra idea, questo nostro pensiero, metterĂ in agitazione il grande tam-tam dei benpensanti malintenzionati, che a colpi di superlativi e di obbrobri pubblici, le sentenze morali diverranno delle ipocrisie e delle vigliaccherie di ogni specie.
I detentori delle verità del capitalismo-liberale, i datori di lezioni della social-democrazia, coloro che non perdono la testa per i danni fatti alla Repubblica laica e per le ferite inflitte ai Cristiani, si avvolgeranno nelle loro certezze beate o nei loro incantesimi, sospetti per giustificare la loro violenza liberticida. Averli come nemici è per noi un orgoglio e rispondiamo già qui, preventivamente, alle false argomentazioni e alle accuse sommarie di cui sono soliti.
Razzismo, lâabbiamo detto: è una sub-divisione poco pertinente. Noi consideriamo il ritorno nel loro territorio dâorigine, in seno alla loro Cultura propria, delle diverse popolazioni come necessario alla sopravvivenza della nostra CiviltĂ , e della loro. Capita che un numero importante di queste persone appartenga a quelli che il linguaggio corrente designa come âdei neriâ. Ma in nessun caso queste descrizioni costituiscono un criterio denigratorio. Trattandosi di persone originarie del Mahgreb, a parte riprendere la parola nel suo senso del XVII° Secolo, esse non sono percepite come unâaltra Razza rispetto a noi stessi.
Islamofobia, per gli stupidi e i loro manipolatori, tutto è stato detto, la parola assoluta è stata emessa, niente può piĂš essere aggiunto; bisogna che il Paese di Dante sia stato messo sotto la cupola delle piccole menti per abdicare in questo modo al libero arbitrio e alla pratica dellâintelligenza. Islamofobia, stupido uso della parola, perchĂŠ non significa quello che vorrebbero ingigantire; da parte nostra non câè alcun odio brutale, alcuna volontĂ di nuocere. Islamofobia, letteralmente è la paura viscerale e irragionata dellâIslam, la paura, lâangoscia âŚ. di fronte al pericolo, lâessere umano che non ha paura o è un bugiardo o un pazzo; ma è anche vero che il timore viene trasceso attraverso la lotta. La nostra posizione è motivata da unâanalisi storica e filosofica, sociale ed economica e politica in una parola sola, da una situazione e da fenomeni che noi cerchiamo di descrivere con dati oggettivi e cifre in modo razionale.
Cittadini liberi di una Repubblica laica e democratica, noi affrontiamo lâIslam solo sotto lâaspetto dellâimplicazione societaria del suo contenuto culturale, ovvero noi lo consideriamo quasi esclusivamente come un elemento politico. Comunque la nostra analisi, come pure il suo oggetto restano, in merito alla nostra cittadinanza, nel quadro di un dibattito democratico, legittimo e onorevole. Per noi conta soltanto la capacitĂ e la volontĂ di un individuo, chiunque esso sia, di essere o divenire italiano, di sposare la Storia della nostra Nazione, di apprezzarla, di difenderla, e soprattutto di sentirsi bene con essa e di viverci felicemente.
Noi crediamo in una Repubblica di Cittadini indistinti per Razza, Sesso o Credenza, ma che condividono principalmente il sentimento dâappartenenza nazionale. Parlare la nostra Lingua senza freni e proteggere il nostro patrimonio storico, amare il nostro ambiente architettonico e paesaggistico, canticchiare le nostre canzoni e amare ballare, rispettare la Bandiera italiana e lâInno nazionale e perchĂŠ no, fremere ed emozionarsi guardando una partita della Nazionale di calcio, tutto questo è essere italiani: loro lo sono? No, non lo sono, prima di tutto perchĂŠ non lo vogliono essere e poi italiani non significa solo abitare nel nostro Paese, sia da regolare che da clandestino, sia con un lavoro che senza, da delinquenti o cittadini modello, essere italiani è tutta unâaltra cosa, ed è proprio questa alchimia unica che disturba tanto.
Allâinizio abbiamo fatto cenno alla Demigrazione, cosâè? La Demigrazione, prima di tutto è un neologismo di cui rivendichiamo la paternitĂ . La Demigrazione, è promuovere il ritorno in seno alla loro Cultura o il loro Paese dâorigine delle popolazioni viventi presso di noi e che niente avrebbe dovuto far giungere, o nascere, in Italia. La Demigrazione consiste nellâorganizzare una partenza massiccia, degna e finanziata, di milioni di esseri umani al fine di ridare un senso reale alla loro esistenza.
La Demigrazione è aiutare finanziariamente e direttamente i Demigranti per qualche anno dopo la loro partenza. La Demigrazione è contribuire allâinstallazione dei Demigranti nel loro Paese dâOrigine sia dal punto di vista legale che culturale, tramite aiuti massicci ai Paesi che li ricevono. La Demigrazione è fare in modo di accrescere, nei Paesi riceventi i Demigranti, la nostra presenza nei campi educativo, ecologico e culturale.
La Demigrazione è dare una possibilitĂ alla nostra Cultura e a quella dei Demigranti di riprendere il suo corso naturale, senza coercizione, senza esclusione nĂŠ rigetto. Si tratta chiaramente di un piano esplicito e pubblico per la partenza di alcuni milioni di persone, che attualmente vivono sul nostro territorio. La Demigrazione si fonda su dei precetti morali e persegue un fine culturale; le argomentazioni economiche intervengono solo quale conseguenza, e non come giustificazione. Lâemigrazione incontrollata e folle in cui siamo stati condotti da una classe o meglio da una casta di dirigenti politici incapaci o traditori, rappresenta un pericolo mortale per la nostra SocietĂ : è a questo titolo che la legittimitĂ â quella della sopravvivenza â della Demigrazione è indiscutibile. Si tratta anche di un piano di sviluppo dellâAfrica e precisamente attraverso maggiori incentivi come: finanziario diretto e indiretto, educativo e umano attraverso il ritorno delle competenze; politico , attraverso il peso sociologico dei Demigranti abituati ad una SocietĂ libera e che funziona.
Altre regioni del Mondo che hanno conosciuto dei fenomeni migratori considerevoli e incontrollati, facendo apparire dei differenziali culturali importanti fra le popolazioni emigrate e quella locale, potrebbero anchâesse prendere in considerazione una soluzione come la Demigrazione. Il principale elemento del piano della Demigrazione è il Salario della Demigrazione e dello Sviluppo. Si tratta di una retribuzione mensile versata direttamente al beneficiario da parte di un servizio speciale che sarĂ messo in opera dalle rappresentanze Italiane. Il salario è una contropartita a determinati obblighi come: Rinuncia alla NazionalitĂ italiana; partenza definitiva dal territorio sotto giurisdizione italiana; partenza familiare; sottomissione a un metodo biometrico dâidentificazione. Il salario viene elargito a pieno titolo solo alle seguenti persone: Maggiorenni, nazionalizzati italiani (o con doppia NazionalitĂ ; figli maggiorenni degli ascendenti residenti in Italia; stranieri maggiorenni con posizione regolare. Il Salario viene elargito con un tasso ridotto (0,7) alle persone seguenti; figli minorenni di ascendenti residenti in Italia; stranieri con situazione irregolare. Il salario viene elargito al tasso minimo (0,5) alle persone seguenti: Figli minorenni degli ascendenti che risiedevano in Italia. Il salario viene versato durante 4 anni in funzione della situazione al giorno della Partenza.
Armando Manocchia
