L’anno scorso le autorità vaticane avevano spiegato che quel vescovo missionario in Perù si era dovuto ritirare dall’incarico perché si era ammalato, senza aggiungere altri dettagli. Adesso però salta fuori che monsignor Reinhold Nann, il protagonista di questa vicenda, stava precipitando seriamente nella depressione più nera perché si era innamorato di una donna che, come nei migliori happy ending, alla fine ha sposato.
La storia
Il dissidio interiore che lui stesso ha pubblicamente riconosciuto e descritto lo stava portando lentamente alla malattia e così aveva deciso di fare valigia e abbandonare diocesi, croce pettorale, incarichi ecclesiastici. «Più in alto salivo, più chiara era l’estensione degli abissi, delle tragedie, degli abusi, della mediocrità e delle bugie per me. Ho visto troppo, e mi ha inorridito e depresso. Stavo diventando sempre più solo e superficiale».
Le nozze con la ragazza peruviana
Nann alla fine ha deciso finalmente di coronare il suo sogno, metter su famiglia con una ragazza peruviana, per il momento sposata solo con una cerimonia civile, almeno fintanto non gli arrivi la dispensa dal Vaticano. In una dichiarazione rilasciata all’agenzia di stampa cattolica KNA, il vescovo sessantacinquenne – che in passato ha lavorato a Friburgo – ha della sua esperienza personale, criticando soprattutto il fardello del celibato sacerdotale.
Depressione e stress: così è nata la decisione
La carriera di vescovo lo aveva portato a guidare la prelatura territoriale peruviana di Caravelí dove ha poi conosciuto la sua attuale moglie. Nel dicembre 2024 ha annunciato di voler fare un passo indietro citando depressione, stress e ipertensione nonchè non ben precisati problemi di salute che fortunatamente ora sembrano risolti. «La depressione era la ragione; l’amore era la causa» ha spiegato aggiugendo che a suo parere l’insistenza della Chiesa a mantenere il celibato alla fine «faccia più male che bene».
La carriera ecclesiastica
Durante il suo mandato, Nann è stato presidente della Caritas Perù e membro della Commissione episcopale per la protezione dei minori. Spesso si è trovato al centro di bufere mediatiche. Nel 2020, per esempio, decise di accettare nella diocesi un sacerdote sotto inchiesta per accuse di abusi sessuali; si diceva che il sacerdote fosse stato scagionato da un processo vaticano, ma all’epoca rimaneva sotto inchiesta civile. Sempre nel 2020 autorizzò i preti a fare ai fedeli delle confessioni telefoniche – una mossa successivamente annullata dopo l’intervento del Vaticano – e un’altra volta pure per avere criticato un suo ex compagno di seminario, l’arcivescovo Georg Gänswein, strenuo oppositore dell’abolizione del celibato.
La questione del celibato
La questione del celibato è da tempo al centro di tante discussioni, specie in Germania. Storicamente, la disciplina romana del celibato è andata avanti secoli come segno di servizio indiviso a Cristo e alla Chiesa, eppure negli ultimi anni le tensioni nelle diocesi colpite dalla carenza del clero, dalla secolarizzazione e dall’eredità degli scandali di abusi si sono fatte sentire. Soprattutto il nord Europa o anche il Brasile spingono perchè vi siano maggiori aperture in materia. Papa Francesco era tendenzialmente favorevole anche se fu fermato dall’ala più conservatrice. Papa Leone XIV dovrà decidere che strada imboccare.
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