Lo aveva detto al Meeting di Rimini, nel discorso forse piĂą lungo di questi 19 mesi a Palazzo Chigi. Mario Draghi sferza i ministeri, invitandoli a mettere a segno quanti piĂą obiettivi possibili nei prossimi due mesi, da qui a ottobre, sul fronte Pnrr, così da blindare le risorse del Next Generation Eu e gli accordi con l’Europa. E’ l’ereditĂ che il premier intende lasciare al governo che verrĂ , qualsiasi sia il suo colore politico, mentre sul campo di una campagna elettorale senza esclusioni di colpi c’è chi chiede di rinegoziare quel Pnrr che il presidente del Consiglio lavora a mettere in sicurezza.
Davanti ai dicasteri si apre una corsa ad ostacoli di non poco conto. O meglio una ‘cento metri’, considerando che ci sono solo 60 giorni per tagliare il traguardo disegnato per loro dall’ex numero 1 della Bce, e che prevede di centrare oltre il 50% dei target del Pnrr da qui a fine ottobre. Il che vuol dire che passano da 3 a ben 20 gli obiettivi da mettere a segno, ben 11 entro settembre e i restanti 9 ad ottobre. Il messaggio è chiaro, in barba agli affari correnti: “bisogna continuare a lavorare sodo”, le parole che Draghi consegna ai suoi ministri e che vengono riportare dal suo staff.
“Ad oggi -viene spiegato – risultano conseguiti 9 obiettivi e traguardi del Pnrr, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Anticipando quanto previsto nel cronoprogramma condiviso con l’Europa, l’obiettivo è di realizzare nei prossimi due mesi oltre il 50% degli obiettivi e dei traguardi del Pnrr in scadenza a fine anno. La Presidenza del Consiglio ha chiesto quindi ai Ministeri di anticipare, rispetto al cronoprogramma condiviso con l’Europa, il raggiungimento di 11 obiettivi a settembre (anzichĂ© 3, come previsto) e 9 entro ottobre, mese nel quale non era contemplata alcuna scadenza”.
Si tratta “di uno sforzo eccezionale richiesto alle Amministrazioni coinvolte per i prossimi due mesi, come illustrato dal sottosegretario Roberto Garofoli in Consiglio dei Ministri. Quanto ai mesi di novembre e dicembre prosegue, infine, il lavoro per il conseguimento dei restanti 26 obiettivi e traguardi in scadenza, per un totale di 55, che saranno poi verificati con la Commissione europea”, chiarisce ancora Palazzo Chigi.
Che, tra i risultati da portare a casa prima del termine, inserisce il sistema di certificazione della paritĂ di genere e i relativi meccanismi di incentivazione per le imprese; l’entrata in vigore della legge annuale sulla concorrenza 2021; il piano di rafforzamento 2021-23 dei centri per l’impiego; il decreto ministeriale di adozione del piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso (anche Stalin faceva una lotta spietata all’evasione fiscale, ndr) la definizione dell’architettura dell’intero sistema della cybersecurity nazionale; gli atti delegati per la riforma del processo civile e penale e l’aggiudicazione dell’appalto o degli appalti per la ferrovia ad alta velocitĂ sulle linee Napoli-Bari e Palermo-Catania.
I maggior aggravi, a guardar bene le tabelle diffuse da Palazzo Chigi, risultano sul ministero per l’Innovazione guidato da Vittorio Colao e sul dicastero della Transizione ecologica capitanato da Roberto Cingolani, giĂ alle prese, tra l’altro, con la ‘grana’ del piano di risparmio sul gas e con il dossier energia al centro delle politiche di governo. ADNKRONOS


