“Lo scudo penale per i medici vaccinatori? Francamente mi pare una soluzione impraticabile. Bisogna essere franchi e sapere dire le cose come stanno. Io temo che il Governo, pur di non andare incontro a una sorte di ribellione dei medici abbia detto che studierà una soluzione, ma non esiste una soluzione che possa contemperare le diverse esigenze. E’ inutile girarci attorno”.
A parlare, in una intervista all’Adnkronos, è l’ex Procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia, che oggi indossa la toga di avvocato penalista. L’ex magistrato non condivide l’idea di uno scudo penale per i medici vaccinatori, come chiesto dalla Federazione dopo l’iscrizione nel registro degli indagati per omicidio colposo dei medici e dei sanitari che hanno somministrato il vaccino al militare morto poche ore dopo la somministrazione di AstraZeneca.
“In questo momento di assunzione di responsabilità – dice Ingroia – se il medico è tranquillo con la sua coscienza e fa il suo dovere, il fatto che ci sia il rischio di essere iscritto nel registro degli indagati per poi accertare che non ha alcuna responsabilità , mi pare un modo di anteporre le proprie esigenze. Un modo un po’ egoistico, insomma, di approcciare la questione anteponendo le proprie esigenze personali, di tutela personale, alla tutela della salute e della comunità , mi spiace dirlo ma è così”.
“Ciascuno – ribadisce Ingroia – a seconda della professione che svolge deve anteporre l’interesse collettivo agli interessi personali”. La richiesta è partita dalla Federazione nazionale degli ordini dei medici, ed è stata condivisa da tutti gli operatori sul campo. Una richiesta accolta dal governo che, come ha annunciato il ministro della Salute Roberto Speranza, sta già lavorando a una norma in questa direzione. Per Antonio Ingroia lo scudo penale è una soluzione che “non si può condividere”. (adnkronos)
“Molti colleghi sono spaventati da quello che è successo in Sicilia. La magistratura fa il suo doveroso lavoro e sono ‘atti dovuti’ ma serve mettere in serenità gli operatori […]
