Che succede al Tribunale Minori di Ancona? Urge ispezione del CSM

ANCONA (14 Dicembre 2020). avv. Francesco Miraglia – Bimbi affidati da un giudice ad amici di famiglia, vicini di casa del Procuratore della Repubblica che lo chiamano ad intervenire in loro sostegno. Pressioni insopportabili per un avvocato che ha lasciato il caso di cui si occupava. Nessuna udienza in due anni e bimbi che, in affidamento, di fatto vengono trattati come già adottati dalle famiglie che li ospitano.
Che c’è sotto?

Forse sarebbe il caso di inviare degli ispettori: la segnalazione sullo strano funzionamento del Tribunale anconetano è stata inoltrata dall’avvocato Francesco Miraglia al Consiglio superiore della magistratura (CSM) e al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede.
Che succede quindi al Tribunale per i minorenni di Ancona?
Tanto per fare un paio di esempi c’è un bambino che non vede la madre naturale ormai da circa tre anni, e sulla cui testina pendono ben due procedimenti, uno di affidamento e uno di adozione. Quantomeno curioso, come fatto: intanto il piccolo vive come fosse stato già adottato dalla famiglia affidataria e non vede la sua mamma da circa tre anni. L’affidamento, invece, dovrebbe essere una condizione temporanea, in attesa di ricomporre, con l’aiuto delle istituzioni, la serenità all’interno della famiglia di origine, dove ogni bambino ha il diritto, sancito per legge, di rientrare.

Non è così per lui, come non lo è per un’altra bimba strappata con un pretesto alla madre e affidata dal giudice a una coppia pare di suoi amici che non possono avere figli. Con una serie di intrecci, pressioni, sparizioni di documenti che meritano un intervento da parte del Csm, non fosse altro per comprendere cosa sia accaduto nella gestione di questo caso, ma soprattutto come funzioni questo tribunale.

Accade che, nel caso di questa bambina, il giudice relatore del Tribunale per i minorenni delle Marche è stata querelata dalla madre, tra le altre cose per aver collocatala figlia presso una coppia di suoi amici e in cui un suo ex collega supervisiona gli incontri tra la minore e la madre biologica e un altro suo storico collega assiste come consulente di parte la famiglia affidataria.
Non solo, lo stesso Giudice, pare che si sia adoperato presso gli operatori dell’Asl affinché gli stessi si allineassero sul giudizio di incapacità genitoriale più volte smentito dagli stessi.

Ancora più incredibile è la mancanza di documenti nel fascicolo. Innanzitutto sparisce la lettera che i genitori affidatari hanno scritto nientemeno che al Procuratore della Repubblica del Tribunale dei Minorenni di Ancona, loro vicino di casa, lamentandosi del fatto che la bambina dovesse riprendere gli incontri con la sua mamma naturale. Questa lettera viene nominata dal primo avvocato che aveva assunto il caso come una delle motivazioni alla rinuncia dell’incarico per le troppe “pressioni” che c’erano attorno a questa bambina e per l’anomalo procedimento. Ma la lettera è scomparsa, così come non vi è traccia dell’audizione della bimba, che all’epoca aveva 4 anni appena, da parte del giudice relatore poi denunciato: ma a parte non esserci traccia di alcun verbale, perché sentire una bimba così piccola e senza la controparte?
Cosa le è stato chiesto?
Perché il Giudice dispone l’audizione di una bambina di solo 4 anni?

L’avvocato Miraglia il 30 settembre u.s., in un incontro con il Presidente della Corte d’Appello, che ammette d’essere a conoscenza dell’anomalo funzionamento del Tribunale dei minorenni, sosteneva che, oltre ad essere stato oggetto di confronto, la maggior parte dei provvedimenti emessi dal Tribunale per i Minorenni vengono ribaltate in appello.

Quindi o sbagliano gli uni o sbagliano gli altri. Nello stesso incontro, sostiene l’avvocato Miraglia, il Presidente della Corte di appello annunciava la richiesta di chiarimento al Presidente del Tribunale minorile e l’invio di un’informativa formale al Csm, ma ad oggi non è dato sapere se è stata eseguita.
«È ormai necessario un intervento urgente da parte del Csm e del ministero di Giustizia, che ho messo al corrente della situazione» annuncia l’avvocato Miraglia, per capire se ad Ancona si faccia una giustizia “fai da te”, incentrata tutta sulle amicizie e conoscenze personali e non certo sul benessere dei bambini».

Avv. Francesco Miraglia

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