Il âcaso Bibbianoâ per la prima volta arriva in unâaula di tribunale. Si parte questa mattina davanti al gup di Reggio Emilia chiamato a decidere sulle posizioni dei 24 imputati di âAngeli e Demoniâ per cui la Procura ha chiesto (nel giugno scorso) il processo al termine dellâinchiesta su presunte irregolaritĂ nellâaffido di minori in Val dâEnza. Sono oltre 100 i capi di imputazione, 155 i testimoni citati dall’accusa e 48 le parti offese, tra cui il ministero della Giustizia, la Regione Emilia Romagna e lâUnione dei Comuni della Val d’Enza. Coinvolti assistenti sociali, psicoterapeuti e amministratori locali. Lo scrive questa mattina affaritaliani.it
Minori allontanati ingiustamente dalle famiglie dâorigine per un tornaconto economico, attraverso perizie falsificate, disegni manipolati, storie inventate o sedute di psicoterapia per fare il âlavaggioâ del cervello ai bimbi: questo lâimpianto accusatorio confermato dalla Procura reggiana nei vari passaggi dellâinchiesta (dalle prime misure cautelari, al fine indagini fino alle richieste di rinvio a giudizio). Gli indagati, dal canto loro, si sono difesi sostenendo, in sostanza, di aver agito per il bene dei bambini e negando che alla base degli affidi ci fosse un business.
Lâudienza preliminare si terrĂ nellâaula âbunkerâ costruita per il processo Aemilia (contro la ândrangheta) che viste le dimensioni e le caratteristiche offre le garanzie anti-Covid necessarie per quanto riguarda, ad esempio, il distanziamento. Oggi, con ogni probabilitĂ , verranno presentate davanti al giudice le richieste di costituzione di parte civile. Lâapprodo in aula di âAngeli e Demoniâ, sarĂ (forse) anche lâoccasione per contenere nel âperimetroâ di un tribunale una vicenda che spesso è uscita dagli argini della cronaca giudiziaria, diventando, appunto, un caso politico, una mobilitazione di piazza e un processo sul web.
Tra gli imputati figura il sindaco Pd di Bibbiano, Andrea Carletti, accusato dei reati di falso e abuso di ufficio (dunque non di reati su minori). Sottoposto agli arresti domiciliari nel giugno 2019, e libero da dicembre dopo la sentenza della Cassazione, Carletti è diventato âsimboloâ del presunto scandalo. Lâinchiesta sulle ipotizzate irregolaritĂ nellâaffido di minori si è cosĂŹ trasformata – nel botta e risposta tra le forze politiche – nel âcaso Bibbianoâ, uno dei temi âcaldiâ della scorsa campagna elettorale per le regionali in Emilia Romagna con tanto di piazze contese nel paesino del Reggiano tra il partito di Salvini e le Sardine. Da un lato il centrodestra a traino Lega a stigmatizzare la vicenda: âGiĂš le mani dai bambiniâ. Dallâaltro il Pd che gridava alle strumentalizzazioni. Un caso che ha âinvasoâ anche Palazzo Madama con la scritta âParliamo Di Bibbianoâ sulla maglietta indossata in Senato, da Lucia Borgonzoni, allora sfidante di Stefano Bonaccini alla guida della Regione.
Lâinchiesta deflagrò il 27 giugno 2019 quando i carabinieri, coordinati dalla Procura di Reggio Emilia, eseguirono un’ordinanza firmata dal gip nei confronti di diverse persone tra cui assistenti sociali, psicoterapeuti e amministratori ritenuti coinvolti, a vario titolo, in presunti illeciti su minori allontanati dai genitori naturali e presi in carico dai servizi sociali della Val dâEnza. Il fascicolo è nato da unâipotesi iniziale della Procura: unâanomala impennata di denunce su minori in carico ai servizi sociali, molte delle quali poi, sempre secondo il quadro accusatorio, si erano rivelate infondate. âAngeli e Demoniâ poi si è sviluppata su due binari: le ipotesi di reato contro la pubblica amministrazione e le presunte manipolazioni ai bambini da parte di psicoterapeuti ed assistenti sociali. Diventato un âcasoâ ora Bibbiano arriva in tribunale e, nellâauspicio âbipartisanâ di difesa e accusa, i protagonisti saranno i fatti.

