Sono 37 le ong interessate dal bando a operare nella Striscia di Gaza a partire da domani, 1 gennaio 2026, “dal momento che rifiutano di fornire l’elenco dei loro dipendenti palestinesi”, come invece previsto dal nuovo regolamento varato da Israele.
“Dovranno rispettare in modo completo e trasparente i criteri stabiliti. Non ci saranno scorciatoie o trucchi”, ha affermato Gilad Zwick, portavoce del ministero delle questioni per la diaspora in una intervista all’agenzia Afp in cui ha elencato le organizzazioni che fino a ora non hanno fornito la documentazione richiesta.
Hamas: “Comportamento criminale”
L’introduzione da parte di Israele di nuove regole per le ong è, secondo Hamas, “un comportamento criminale”. “Si iscrive nel quadro del tentativo da parte degli occupanti di politicizzare l’azione umanitaria e di farne uno strumento di ricatto contro il nostro popolo palestinese”, ha dichiarato l’organizzazione islamista sollecitando la comunitĂ internazionale “ad adottare misure urgenti ed efficaci per condannare questo comportamento criminale”.
Amnesty: “Non solo oltraggio ma escalation genocidio”
“La decisione del governo israeliano di revocare il permesso di operare nella Striscia di Gaza, a partire dal 1° gennaio 2026, a una serie di organizzazioni umanitarie tra le quali Medici senza frontiere, Consiglio norvegese per i rifugiati, Care e Oxfam non è solo un oltraggio ma costituisce anche una deliberata escalation del genocidio contro le persone palestinesi”, l’accusa di Erika Guevara Rosas, Alta direttrice delle campagne e delle ricerche di Amnesty International.
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