La banda multietnica della cocaina: 24 arresti, anche un candidato consigliere

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Avevano creato un’organizzazione multietnica dedita al traffico di cocaina, composta da italiani, albanesi, rumeni e georgiani, che muoveva droga per un giro d’affari di 200mila euro mensili

Sant’Elpidio a Mare – Dopo un’indagine durata circa un anno, i carabinieri hanno eseguito 24 arresti di persone attive in diverse aree del territorio nazionale. Tra questi anche Samuele Serafini, 47anni di Sant’Elpidio a Mare, considerato il terminale del sodalizio nel Fermano e il Maceratese e attualmente ai domiciliari. La misura cautelare di Serafini, commerciante e candidato consigliere anche alle elezioni comunali elpidiensi, è stata eseguita di carabinieri del Comando provinciale di Fermo, anche se l’indagine ha preso il via dai militari dell’Arma di Foggia, nel 2024 ed è continuata per tutto il 2025.

Poi il blitz finale che ha fatto finire in manette 24 componenti del sodalizio che aveva il quartier generale in Puglia ma che si muoveva anche nelle Marche, nell’Emilia Romagna e nel basso Molise. L’operazione aveva mosso i primi passi dal monitoraggio di un 36enne albanese, con precedenti specifici, ritenuto il punto nevralgico dell’attività di commercializzazione di sostanze stupefacenti e motore propulsore di un ampio traffico di cocaina, con base operativa a Foggia.

L’indagato avrebbe acquistato all’ingrosso – tramite canali di connazionali radicati nel Nord-Italia – lo stupefacente, poi reimmesso sul mercato grazie alla complicità di soggetti ritenuti validi e riservati collaboratori. La rete di spaccio avrebbe permesso di far confluire in provincia dai 5 ai 10 chili al mese di cocaina, acquistata a 22 euro al grammo e rivenduta a un prezzo – variabile a seconda dei quantitativi richiesti – tra i 30 e i 50 euro al grammo, generando profitti mensili stimati in circa 200mila euro.

Gli indagati avrebbero beneficiato della disponibilità di depositi sorvegliati, dove lo stupefacente sarebbe stato stoccato e confezionato per la successiva consegna, avvenuta quasi sempre senza che la sostanza fosse tagliata. Uno dei sequestri effettuato nel corso delle investigazioni, relativo a 2 chili di cocaina provenienti dalla Bolivia, avrebbe documentato l’elevata qualità dello stupefacente, risultato puro al 96% dalle successive analisi di laboratorio dei carabinieri.

La complessità delle dinamiche descritte è ben rappresentata dall’adozione, da parte degli arrestati, di espedienti finalizzati ad eludere eventuali controlli. Tra questi spiccano l’occultamento della droga in auto fornite di doppifondi, l’utilizzo di telefonini antintercettazione. Gli interrogatori degli indagati sono stati fissati per il 7 gennaio.
www.ilrestodelcarlino.it

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