“No taxation without representation” è un motto politico nato durante la Rivoluzione americana, che significa “nessuna tassazione senza rappresentanza”
di Armando Manocchia – Le colonie americane lo usarono per protestare contro le tasse imposte dalla Gran Bretagna, sostenendo che non potessero essere tassate da un Parlamento in cui non avevano rappresentanti eletti. Questo principio era un elemento fondamentale della loro lotta per l’indipendenza.
L’assenza di rappresentanza politica e la conseguente imposizione fiscale furono considerate inaccettabili e alimentarono il desiderio di indipendenza, culminato nella Dichiarazione d’Indipendenza del 1776.
Ne è passata di acqua sotto i ponti e ancora oggi in Italia un principio simile – non rispettato – è sancito dall’articolo 23 della Costituzione, che stabilisce la legalità della tassazione, ovvero che l’imposizione fiscale deve essere si decisa dal Parlamento, che dovrebbe essere l’organo rappresentativo del popolo, ma dovrebbero anche essere rispettati i diritti dei cittadini.
La pressione fiscale in Italia è aumentata nel 2025 al 42,8 del Pil, superata solo dal governo Monti nel 2013 col 43,4% in parte dovuto alla crisi dello spread.
Si può dire che oggi l’incremento viene attribuito all’inflazione, che spinge i redditi verso scaglioni di tassazione più elevati e la crescita del numero di occupati, che in questo mondo al contrario sono contemplati anche quelli di un’ora a settimana.
“Nessuna tassazione senza una rappresentanza dignitosa e senza la garanzia dei diritti”.
Detto fuori dai denti, è anacronistico pagare tasse a un governo che amministra un paese dove sei milioni di persone sopravvivono sotto la soglia di povertà e non possono avere accesso alle cure. Un paese dove nonostante la ‘disoccupazione’ (parola smontata e rimontata a piacimento che ha perso il suo significato reale) continua a importare barbari per schiavizzarli attraverso un caporalato oramai contemplato che li obbliga a lavori usuranti e ovviamente sottopagati. Quelli che non accettano o che sono venuti per altri obiettivi, finiscono per delinquere.
Oggi sono i principali attori che fanno vivere gli italiani chiusi in casa e come mettono il naso fuori, vengono prima massacrati di botte e poi derubati. Il governo vede e non vede. Chiude un occhio e spesso tutti e due. Ma cosa ci si può aspettare da un governo che spende e spande per aiutare cani e porci, basta che non siano italiani? E che perlopiù cerca di metteresi in vetrina per dimostrare a livello internazionale di essere quello che non è, elargendo soldi, strumenti, strutture, mezzi come se noi non ne avessimo più bisogno.. Insomma, anche questo è un governo che si lava la faccia e mai il culo!
Il governo Meloni, come del resto gli altri, ha ottenuto il contrario di ciò che diceva di volere (ma lo voleva?) adottando manovre fiscali per mettere delle toppe al deficit che finiscono per essere peggio del buco e ce la mena sempre con la solita utopica lotta all’evasione. In quanto a tasse, che sembra una cazzata, è invece il ‘metro’ per misurare non solo l’economia ma anche la democrazia di un paese. Peggio di questo governo ha fatto solo modello ‘colpo di stato’ definito tecnico di quel misantropo mondialista di Mario Monti.
Questi buoni a nulla che non sarebbero in grado nemmeno di gestire un negozio di scarpe, non capiscono cosa vuol dire essere imprenditori, quanto costa, quanti sacrifici affronta e quanti rischi corre chi è‘indipendente’ a causa delle politiche suicide funestate da ladrocini, corruzione e altri reati a gogo. Non capiscono o non gliene po’ fregà de meno se l’evasione e l’elusione sono una sorta di legittima difesa, una sorta di “salvavita†dei piccoli imprenditori italiani che, apro una parentesi, al pari delle Famiglie, colonne portanti della nostra società , le piccole imprese sono invece le cellule staminali di quella grande e ineguagliabile economia italiana che, approfitto per dirlo, deve essere orientata solo alla qualità e non pensare minimamente alla quantità .
Tornando alla re-pressione fiscale. Sfido chiunque, eGonomisti in primis, a dimostrare che con una tassazione simile un’azienda di qualsiasi settore e grandezza possa superare il terzo mese di vita, senza il ‘salvavita’. Chiusa parentesi.
Chiarito questo, vale il motto morte tua vita mea. Ogni imprenditore, a causa della ‘impagabile’ pressione fiscale ormai stabilizzata su queste cifre – e nei prossimi anni potrà solo aumentare visti i debiti sottoscritti col Pnrr, il Rearm Europe e altre forme di sprechi da inebetiti – e oltre a gabelle varie e variopinte, burocrazia imperante e corruzione dilagante il commerciante e l’artigiano, è costretto a eludere e indotto a evadere per tentare di salvare la sua attività (leggasi la sua vita) e, nonostante questo, difficilmente riesce.
Dirò ovvietà , ma a mio per niente modesto parere, se avessimo una rappresentanza parlamentare dignitosa di rappresentare questo paese e queste attività , avremmo anche una tassazione giusta.
E giusta, significa che dovrebbe essere sotto al 33%. Se così fosse, sono certo che non ci sarebbe elusione e tanto meno evasione o sarebbe ridotta ai minimi termini. Ma so bene che è utopia e che non verrà mai applicata, ma sapete perché? Perchè nonostante la tecnologia imperante e la digitalizzazione invadente, non sanno come potrebbero fare. Primo perché noi popolazione siamo condizionati dalla propaganda politica, siamo quasi ipnotizzati e quindi non riusciremo a migliorare la cd classe dirigente. Secondo, come farebbero a mantenere quei tre milioni e mezzo di ‘affetti da dipendenza’ o se volete addetti della Pubblica Amministrazione i quali garantiscono al cd Stato di partecipare alle elezioni politiche farsa per legittimare questa falsa democrazia in cui sopravviviamo masticando Maalox a gogo.
Armando Manocchia

