ROVIGO – La procura di Rovigo ha chiesto il giudizio immediato nei confronti dei 6 pakistani coinvolti nell’omicidio del 23enne tunisino Amine Gara, ucciso con un coccio di bottiglia durante una rissa lo scorso 19 luglio in centro a Rovigo.
La vicenda
Durante le indagini della squadra mobile di Rovigo è emerso che l’incursione fatale è stata organizzata dagli imputati come rappresaglia in risposta a un episodio precedente in cui il 23enne aveva aggredito uno dei pakistani.
Le accuse
Tra le accuse anche il tentato omicidio di F. M., amico e connazionale della vittima, il concorso anomalo in omicidio e la rissa. Per l’omicidio premeditato di Gara, il procuratore Manuela Fasolato ha chiesto il giudizio immediato nei confronti di H.A., 28 anni, attualmente in carcere a Padova: sarebbe stato lui nel corso della rissa a colpire a morte il 23enne con il collo di una bottiglia di vetro infranta.
Per il tentato omicidio in concorso di F. M., l’amico di Gara, sono invece chiamati a giudizio il 32enne T.M.Q., il 28enne H.A. e il trentenne A.A., perché nel corso della rissa «concorrevano a compiere atti idonei diretti in modo non equivoco a cagionare la morte di F.M.». Il ragazzo, che ha riportato gravi lesioni permanenti, si è salvato solo grazie all’intervento dei sanitari.
Gli stessi tre, con altri tre pakistani (uno dei quali di 19 anni) e in concorso con R.T.U. per il quale però la procura procede separatamente, sono indagati per concorso anomalo con H.A. nell’omicidio premeditato di Gara e di concorso anomalo nel tentato omicidio di F.M. Agli altri pakistani, indagati per aver partecipato alla rissa ma non in carcere, la procura di Rovigo ha comunicato l’avviso di conclusione delle indagini.
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