Si fa sempre più tesa la situazione attorno al futuro delle Acciaierie Valbruna, colosso siderurgico con stabilimenti a Vicenza e Bolzano, dove lavorano complessivamente circa 1.800 dipendenti diretti e centinaia nell’indotto. La scintilla che ha acceso la crisi è stata la decisione della Provincia autonoma di Bolzano di non rinnovare la concessione dei terreni su cui sorge lo stabilimento altoatesino — concessione attiva fin dal 1995 — preferendo invece pubblicare un bando per assegnare l’area al miglior offerente.
Una mossa che, secondo i sindacati FIM CISL, FIOM CGIL e UILM UIL di Vicenza, mette a rischio “l’intera continuità produttiva del sito di Bolzano” e, di riflesso, “produce immediate ripercussioni anche su quello di Vicenza”, dove si trova il quartier generale del gruppo. “La mancata revoca del bando di gara, unita alla forte incertezza aziendale, rischia di travolgere oltre 1.800 lavoratori diretti e molti altri nell’indotto”, denunciano le organizzazioni territoriali in una nota congiunta.
A livello politico, la tensione è altissima. Il Partito Democratico ha salutato come un “primo e fondamentale passo” la convocazione del tavolo nazionale annunciata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy per il 4 novembre, a cui parteciperanno anche Regione Veneto, Provincia di Bolzano e sindacati.
Il Pd chiede però un gesto concreto: “Serve il ritiro del bando della Provincia altoatesina per poter trovare una soluzione amministrativa condivisa che consenta di salvaguardare la produzione e i posti di lavoro”, si legge nel comunicato.
Il ministro Adolfo Urso, intervenuto nei giorni scorsi a Vicenza, ha riconosciuto il carattere strategico nazionale della produzione Valbruna, in particolare per i settori della difesa e della sicurezza, e non ha escluso il ricorso al Golden Power, lo strumento che permette al Governo di intervenire per tutelare imprese di rilevanza strategica.
Nel frattempo, la proprietà dell’azienda ha impugnato il bando al TAR, mentre i lavoratori continuano a manifestare forte preoccupazione. Anche a Vicenza si muove la politica locale: il consigliere comunale Raffaele Colombara(gruppo Per una Grande Vicenza) ha presentato una richiesta formale di aggiornamento alla Giunta, chiedendo se il Comune intenda partecipare al tavolo ministeriale o promuovere un’iniziativa pubblica di sostegno e monitoraggio della crisi.
“Il Comune di Vicenza — ha ricordato Colombara — ha il dovere di mantenere un ruolo attivo di interlocuzione istituzionale, a tutela di un presidio economico e occupazionale essenziale per la città e per tutto il distretto metalmeccanico”.
Il vertice del 4 novembre a Roma sarà dunque un passaggio decisivo: da quella riunione si capirà se il Governo intende davvero intervenire per garantire la continuità produttiva di Valbruna, salvaguardando uno degli asset industriali più strategici d’Italia.
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