“Piano Gaza”. Come ha potuto Netanyahu fare come Goebbels?

Palestinesi in fuga
Palestinesi in fuga

di Armando Manocchia – Non si può parlare di Gaza senza rammentare ai più che è stata proprio Israele insieme a Qatar e Arabia Saudita a finanziare e probabilmente anche armare, ma sicuramente sostenere e trasformare Hamas da gruppo di terroristi a gruppo politico minoritario e da questo in organizzazione internazionale per il solo scopo di contrastare l’OLP, l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina.
Pensare che lo sterminio in atto sia la risposta all’attacco del 7 ottobre 2023 rasenta la stupidità’.

Ci si chiede come sia possibile che l’unica democrazia del M.O., abbia potuto fare come la Germania del 41-45.
Non dimentichiamo che il Terzo Reich mirava all’espansione territoriale in Europa e alla persecuzione degli Ebrei attraverso l’Olocausto. Oggi, non è anacronistico pensare che il regime di Netanyahu sia un copia incolla del piano Goebbels per esiliare gli ebrei in Madagascar, attraverso un piano premeditato definito ‘Piano Gaza’, che mira all’espansione territoriale in Medio Oriente attraverso la pulizia etnica, la persecuzione e la distruzione di Gaza e il massacro dei palestinesi, indicibili crimini contro l’umanità, in una sola parola: Genocidio.

Le vere ragioni per cui i palestinesi vengono massacrati sono scritte nel progetto di depopolazione, di controllo del territorio e delle sue riserve energetiche della Striscia di Gaza. Per questo, Gaza City deve essere il cimitero di migliaia e migliaia di bambini, di donne, anziani e uomini non necessariamente filo-Hamas per essere sicuri che nessun palestinese ritorni mai in queste terre. Esiste addirittura un piano che prevede lo sfollamento di 500.000 palestinesi in Canada.

Su quanto sia realmente accaduto il 7 ottobre 2023, sono più i lati oscuri che le certezze. Notizie di bambini decapitati o arrostiti nel forno e donne violentate, sono state subito smentite lasciando forti dubbi sulla versione ufficiale.
I media israeliani, hanno dato ampio risalto alle testimonianze di chi con i propri occhi ha visto e sa come si sono svolti i fatti smentendo la versione ufficiale.

Le indagini dei giornalisti israeliani dicono ad esempio che i morti sono stati tra 600 e 800 contro i circa 1.500 riferiti subito da ‘Israel Defense Forces’ (IDF), e poi corretto a 1.200, di cui metà militari e metà poliziotti. Tra tutti gli 800/1.200, un cospicuo numero di civili sono stati uccisi da colpi di arma da fuoco e dei cannoni e dei missili dell’esercito israeliano.
Haaretz, ad esempio, riportò che il comandante della base Erez Crossing attaccata da Hamas, generale Avi Rosenfeld, fu costretto a richiedere l’intervento aereo che causò indiscriminatamente la morte di chiunque si trovasse sotto tiro.

Sempre Haaretz nell’articolo del 18 novembre 2023 racconta quei tragici fatti in modo molto curioso: le morti civili causate dall’IDF e il rave party, incomprensibilmente organizzato a poca distanza da Gaza, fu interrotto circa mezz’ora prima dell’attacco e, sempre secondo Haaretz, Hamas non poteva sapere di quell’evento.

Nel testo ufficiale del governo Netanyahu si legge della sua strategia politica – sostenuto da due partiti uno più estremista dell’altro – del ‘Piano Gaza’ che prevede notevoli benefici economici portati dalla distruzione/ricostruzione di Gaza e l’esplorazione dei giacimenti di gas al largo della costa nord che fungeranno da sostegno alla più che vacillante carriera dell’incosciente primo ministro.

Insomma, come ha affermato il ministro di estrema destra delle finanze Bezalel Smotrich “La Striscia di Gaza è una miniera d’oro immobiliare” ed ha spiegato che se la divideranno in percentuale con gli americani. Niente che non sapessimo già. Anche il loro complice Trump lo aveva detto in più occasioni che Gaza sarebbe passata dall’inferno al Paradiso.

Tutto questo è molto chiaro nel testo ufficiale del governo israeliano, reso disponibile da Franco Fracassi nel suo canale Telegram. Il documento afferma inoltre che l’IDF, “le forze di difesa israeliane devono creare le condizioni adeguate affinché la popolazione di Gaza possa emigrare in Egitto”. Resta implicito che, come stiamo assistendo inermi, tali condizioni debbano essere create con tutti i mezzi possibili.

Israele avrà difficoltà nel far arrivare il suo gas naturale ai ricchi mercati europei. Il progetto del gasdotto EastMed, in collaborazione con Grecia e Cipro, è fortemente contrastato dalla Turchia. Per questo, sarebbe necessario un impianto per liquefare il gas e consegnarlo via nave, ma Israele non dispone né la tecnologia, né le risorse finanziarie e quindi dipenderà da società straniere per realizzare le strutture. Tutto ciò non potrà avvenire prima di quella che cinicamente viene chiamata “pacificazione” della regione, che dovrà essere raggiunta a tutti i costi (dei Palestinesi).

Domanda: verrà scritto nei libri di storia che Netanyahu con la complicità di Trump e dei paesi colonizzati come il nostro hanno massacrato, distrutto, perpetrato crimini contro l’umanità e una sistematica pulizia etnica del popolo Palestinese?

No, vi assicuro che non verrà scritto. E non verrà scritto perché da sempre la storia la scrivono i vincitori!

Armando Manocchia – Uno che sull’Islàm non ha cambiato idea, ma su Israele sì.

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