(La Verità, Marcello Veneziani, 1 agosto 2025)
Punti chiave:
– L’Europa manca di un’identità condivisa, radicata nella sua eredità greca, romana e cristiana, condannandola all’irrilevanza globale.
– La dipendenza dagli Stati Uniti e l’incapacità di agire autonomamente evidenziano la debolezza geopolitica dell’Unione Europea.
– L’accordo con Trump sui dazi rivela l’inconsistenza europea, incapace di opporsi o proporre alternative credibili.
L’Europa, un gigante demografico e storico con 27 nazioni, si ritrova a pesare poco più di una Turchia o un Israele sullo scacchiere mondiale. Marcello Veneziani, con lucidità, descrive un’Unione Europea fragile, priva di un’identità che le dia forza e direzione. La recente intesa con Donald Trump sui dazi, percepita come una resa, ha unito nella sfiducia destra e sinistra, da Carlo Calenda ai critici più accesi. Ma il problema, osserva Veneziani, non è Ursula von der Leyen, che ha negoziato con Trump senza un mandato forte alle spalle: “Il problema non è la Von der Leyen che si arrende a Trump, il problema è l’inconsistenza dell’Europa”.
Questa inconsistenza affonda le sue radici in una mancata riflessione su cosa l’Europa sia e voglia essere. Senza riconoscere le sue origini greche, romane e cristiane, l’Unione è un’entità smarrita, incapace di distinguersi come attore sovrano.
“Un’entità che non riconosce la sua identità, che non vuol ricordarsi da chi è nato e con quali elementi costitutivi, è già sulla strada sbagliata”. Non è solo una periferia dell’Occidente, al rimorchio degli Stati Uniti, ma un’aggregazione stanca, che non sa né fare la guerra né costruire la pace.
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