Sicilia: al congresso Pd votano anche i morti, i merli e i gatti neri

Pd

Forzature», «farsa», «brogli». Merli e gatti neri al posto dei componenti dell’assemblea regionale. Pd contro Pd

di Domenico Di Sanzo – Accade in Sicilia, dove il congresso regionale dei dem è diventato un affare a metà tra una lotta nel fango e uno psicodramma. Le accuse di aver barato durante le votazioni in assemblea regionale, a gennaio scorso, arrivano da alcuni dirigenti del partito nell’Isola. Scoccate come dardi durante una conferenza stampa, convocata ieri a Palermo dai «ribelli».

La denuncia, formulata dal capogruppo all’Assemblea regionale Michele Catanzaro, assume contorni grotteschi, come le accuse di aver permesso il voto – all’assise interna di gennaio che ha bocciato le primarie aperte – «a persone risultate decedute o in realtà collegate o che non avevano diritto al voto». Quel giorno, secondo quanto spiegato dalla minoranza interna che si oppone al segretario Anthony Barbagallo, erano collegati in 206, di cui soltanto 88 avevano il diritto di voto, mentre 65 erano collegati online non componenti dell’assemblea, ma che avrebbero in gran parte votato, e infine 52 online con profili falsi o non identificabili con nome e cognome. Alcuni esempi? «merlo» o «gattonero».

Da Palermo a Roma, ma lato Vaticano, la sintesi del pasticcio la offre ancora Catanzaro. «È più facile eleggere un Papa al conclave che un segretario del Pd siciliano». E quindi, al momento, il congresso del Pd siciliano ha soltanto un candidato, l’uscente Barbagallo, appoggiato dal Nazareno, con la minoranza interna intenzionata a disertare l’appuntamento.

Lo dice anche lo sfidante in pectore, il deputato regionale Fabio Venezia. «Noi non parteciperemo a un congresso regionale frutto di forzature e brogli. Il Pd non è una loggia massonica segreta e Barbagallo ha il dovere di pubblicare l’elenco di coloro i quali hanno votato online il 27 gennaio approvando il regolamento congressuale. Se Barbagallo lo farà (dubito fortemente), io domani mattina presenterò la mia candidatura», attacca Venezia. Mentre la segretaria Elly Schlein tace sul caos Sicilia, in Parlamento c’è chi ipotizza che il fattaccio locale sia soltanto l’antipasto di divisioni pronte a venire a galla anche a Roma, al primo inciampo della leader.

«Quel che succede in Sicilia avrà conseguenze anche a Roma», profetizza il deputato regionale Antonello Cracolici, altro candidato potenziale alla segreteria regionale. Ma Barbagallo tira dritto verso la riconferma solitaria: «Dispiace che una parte del partito abbia deciso di sottrarsi».
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