Attraverso le registrazioni audio e video, effettuate nell’arco di un mese e mezzo, sono stati documentati circa 32 episodi di violenza sessuale
Abusava sessualmente di dottoresse e infermiere del reparto ospedaliero che dirigeva: un medico, primario all’Ospedale civile di Piacenza è stato arrestato al termine dell’indagine dei poliziotti della Squadra mobile di Piacenza, per violenza sessuale aggravata ed atti persecutori.
L’uomo, posto agli arresti domiciliari, è accusato di aver sistematicamente compiuto atti sessuali nei confronti delle dipendenti del suo reparto che, intimorite da possibili ripercussioni lavorative o familiari, subivano quotidiani abusi e in almeno due casi si sono configurati atti persecutori a causa della loro continuità.
Il medico agiva come se le dipendenti fossero a sua disposizione sessualmente, compiendo atti sessuali anche durante le normali attività lavorative. L’indagine è iniziata grazie alla denuncia di una dottoressa che aveva subito un’aggressione sessuale nel suo ufficio. Le successive indagini hanno raccolto numerosi elementi a carico del primario per condotte simili nei confronti di altre colleghe.
Nel corso dell’indagine e attraverso le registrazioni audio e video effettuate nell’arco di un mese e mezzo nello studio del medico sono stati documentati circa 32 episodi di violenza sessuale durante l’orario di servizio. Diverse vittime hanno confermato gli abusi, ma le prove video suggeriscono che il numero delle donne coinvolte possa essere maggiore.
Il medico compiva atti sessuali con quasi tutte le donne che entravano nel suo ufficio da sole, a volte chiudendole dentro e sebbene siano stati registrati anche rapporti consenzienti, nella maggior parte dei casi si trattava di esercitare una pressione psicologica dovuta al ruolo ricoperto.
Di fatti secondo la ricostruzione degli investigatori della dinamica di certi comportamenti è emerso che il primario fosse concepito nel reparto come un uomo “potente” e dalle “conoscenze” importanti, il che generava timore nel personale.
È stato registrato anche un episodio in cui il medico ha convocato una collega consenziente per soddisfare la sua libidine dopo aver molestato un’altra donna poco prima.
L’ambiente ospedaliero si è dimostrato omertoso, con molti dipendenti a conoscenza delle condotte del primario e reticenti su ciò che pativano. L’uomo si vantava anche con gli altri colleghi uomini, ricevendo talvolta anche suggerimenti di carattere sessuale.
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