“UNITI PER UN LAVORO SICURO”?
di Armando Manocchia – Come potete vedere sul palco del Primo Maggio a Roma, il titolo e tema della manifestazione di oggi è: ‘uniti per un lavoro sicuro’. Ma un lavoro sicuro, se non è ben retribuito, serve solo ai sindacati, al Governo e agli imprenditori; non certo ai lavoratori. Il sindacato e il Governo si ‘gongolano’ sul fatto che ci sono più persone occupate, tralasciando che, pur ‘lavorando e pur essendo ‘occupate’, fanno ugualmente la fame. L’importante è che il Governo possa dire di aver creato altri posti di lavoro.
Ma, vedete, quando i lavoratori tutti, e tutti i sindacati, nessuno escluso, consentono a un Governo usuraio, oltre che ladro, corrotto e guerrafondaio, di trattenere la metà dei costi che sostiene il datore di lavoro attraverso il cuneo fiscale*, e che, peraltro, usa il denaro dei contribuenti per comprare armi belliche e armi biologiche di distruzione di massa, leggasi ‘vaccini’, per partecipare al piano malthusiano di depopolazione mondiale, non è possibile ignorare che questi sindacati, che da sempre fanno a baci in bocca con i vari Governi di turno – come lae varie mafie da cui ci siamo ben dotati, se ne infischiano dei lavoratori.
E quindi, non si può sentire e consentire di parlare di “Festa del Lavoro” o “Festa dei lavoratori”. Non c’è niente da festeggiare. Anzi, forse c’è un funerale da fare, al lavoro, alla dignità del lavoro e dei lavoratori.
A parte i discorsi e le parole di circostanza, i fatti stanno a zero. I sindacati consentono al Governo di taglieggiare gli stipendi da fame. Il Governo usa i Media e il Servizio Pubblico, che pubblico non è, per fare propaganda ai suoi presunti risultati in termini di occupati, quando questi prendono salari da 400/500/600/700 euro mese. La stessa cifra, ma al giorno, che prendono, non dico i sindacalisti, ma certamente Parlamentari, Ministri e alti funzionari del Governo.
Non se ne può più di questa situazione. Non c’è presente e non ci sarà futuro.
In questo contesto bisogna anche stigmatizzare la anti-italianità di costoro perchè – al prezzo di prendersi il solito insulto di “razzista o xenofobo” – si spende e si sprecano almeno mille euro mese, senza considerare gli altri notevoli costi economici e sociali (questi ultimi incalcolabili), solo per dare vitto e alloggio al primo avventuriero che scende da un barcone, il quale, come la drammatica situazione dimostra, se anche non sarà un terrorista, e non sarà neanche uno scienziato, potrebbe essere un delinquente che viene a rimpinguare la microcriminalità o la manovalanza per le strutture dedite allo sfruttamento dei lavoratori o per le organizzazioni criminali che infestano quest’Italia, che appare ormai come una landa abbandonata, da abitare abusivamente e da depredare, dove le leggi vengono interpretate da una Giustizia più corrotta che corretta.
Detto ciò bisogna che la gente si svegli. Che esca dall’ipnosi e smetta di fidarsi della mistificazione e della propaganda della Tv e dei Tg dei Media di regime e smetta di affidarsi ai sindacati e al Governo, perché sono due facce della stessa medaglia.
* Cuneo fiscale: per chi non lo sapesse, il cuneo fiscale è la differenza tra il costo del lavoro sostenuto dal datore di lavoro e il reddito netto percepito dal lavoratore, determinato dai contributi previdenziali e dalle imposte sul reddito che ieri l’Ocse ha detto che superano il 47%. Contributi previdenziali che vengono estorti oggi per una pensione da fame che, quasi sicuramente, non prenderanno domani . Già oggi siamo alla canna del gas con le pensioni. Se non si trova una soluzione alternativa, questo andazzo porterà, da qui a poco, ad una guerra civile.
Scritto, letto, riletto, approvato e sottoscritto da Armando Manocchia Imprenditore.