Campo largo? Pd, Veltroni e “la bellezza del fiore politico”

Veltroni

Il cosiddetto campo largo sembra destinato a tramontare alla velocità della luce

L’alleanza, teorica, tra Pd e M5s ha subito un colpo da ko tecnico in Puglia, con lo strappo di Giuseppe Conte alla vigilia delle primarie, cancellate d’imperio dopo lo scandalo sul voto di scambio che ha travolto i dem.
Insomma, dopo la Sardegna – con la vittoria di Alessandra Todde – è rimasto poco e niente. Anzi, nulla. Conte, da par suo, si spende in diktat ad Elly Schlein: alleanza possibile soltanto nel caso in cui la leader Pd decida di far fuori “cacicchi e capibastone”. Insomma, vuole comandare il grillino: era chiaro da tempo e ora lo è ancor di più.

Ed è in questo contesto che piovono le riflessioni di Walter Veltroni a In mezz’ora, il programma condotto su Rai 3 da Monica Maggioni. L’ex sindaco di Roma ed eminenza grigia del Pd, interpellato proprio sul campo largo, ragiona: “Io le posso dire questo… si discute molto di campo largo. Ma io più che alla dimensione del campo sono interessato a che cosa ci si pianta in questo campo, quali sono i fiori che ci si aspetta di veder sbocciare”, premette.

“Perché è quello ciò che conta per i cittadini – riprende -: non la dimensione del campo, ma la bellezza del fiore politico, programmatico, culturale e valoriale che si è capaci di generare. Se questo fiore appassisce o sfiorisce e non è in grado di esprimere la meravigliosa avventura democratica del riformismo, se questo fiore si connota di populismo, moderatismo, perde la sua identità. Quindi oggi il tema non è quanto è grande la dimensione dell’area, ma che cosa ci si vuole fare”, ribadisce e conclude Veltroni quella che assomiglia a una deliziosa supercazzola di mascettiana memoria.  www.liberoquotidiano.it

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