MILANO – La borsa “speciale” per non far scattare l’allarme. Il passeggino usato come nascondiglio sicuro. E i colpi in serie. Senza finire in cella. Protagonisti due uomini e tre donne, tutti peruviani, che lunedì scorso sono stati fermati dalla polizia – prima di tornare liberi – dopo aver messo a segno furti in quattro negozi del centro di Milano.
A bloccare il gruppo, nel pomeriggio di lunedì, sono stati i poliziotti della VI sezione della squadra mobile, guidati da Michele Scarola. Gli agenti anti borseggio hanno notato i cinque – tra cui una donna con un neonato in un passeggino – mentre camminavano in via Spadari controllando di non essere seguiti. Sorvegliati sempre a distanza, le ladre e i ladri si sono spostati in corso Vittorio Emanuele, dove è scattato l’ennesimo blitz.
Una di loro – la donna col bimbo, una 23enne – è rimasta all’esterno a fare da palo, mentre gli altri quattro sono entrati da Foot Locker, da dove i due uomini – 24 e 32 anni – sono usciti portando via una giacca e il pantalone di una tuta da 280 euro. Appena il “branco” si è riunito, gli agenti sono intervenuti fermando tutti i sospettati.
La giovane mamma, compagna del 24enne, è stata trovata in possesso di un sacchetto di carta schermato con carta di alluminio e scotch – così da non far suonare gli allarmi -, oltre che tre paia di occhiali da 900 euro e quattro maglie dell’Inter, per un costo di 380 euro, tutta merce nascosta nel passeggino. La 21enne, sorella dell’uomo di 32 anni, aveva invece con sĂ© un altro paio di occhiali da 350 euro mentre la quinta giovanissima, una 18enne, occhiali da sole da 350 euro.
I poliziotti hanno poi accertato che nei minuti precedenti il gruppo aveva colpito nei negozi Salmoiraghi e Viganò di via Torino e piazza Cordusio, nell’Inter store di via Dante e proprio da Foot Locker in corso Vittorio Emanuele. La 23enne con il neonato al seguito, un bimbo di tre mesi, è stata denunciata a piede libero mentre i due uomini e le altre due donne sono stati arrestati con l’accusa di furto pluriaggravato e continuato in concorso. Dopo la direttissima, durante cui è stato convalidato l’arresto, per i quattro non è stata disposta nessuna misura e quindi sono tutti tornati liberi.
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