Presentazione libro di Speranza a Bologna, lettera al sindaco Matteo Lepore

libro di Speranza

di Manola Bozzelli
Gent.mo sindaco di Bologna, sig. Matteo Lepore,
le scrivo anche a nome degli associati di Arbitrium PSG, che rappresento per chiederle come mai si sia dato seguito all’organizzazione di un evento che coinvolge in prima persona un ex ministro della Repubblica italiana che presenterà il suo libro in locale comunale, non consentendo alla gente -che pure l’ex ministro ha, appunto, amministrato -e non mi dilungherò sugli aggettivi riguardo al “come”- di poter prenotare un posto, sia pure in ultima fila, per potervi assistere.

Sarà mai che a Bologna l’evento sia considerato ad alto rischio, stante il numero di eventi gemelli che lo hanno preceduto in gran parte d’Italia, culminati tutti letteralmente con la fuga del noto “ex”? Da quando in qua un ex ministro della Repubblica ha bisogno di nascondersi dal popolo? Non le viene in mente che forse deve averla fatta grossa? Perchè, di fatto, non so se le sia noto o meno, il noto “ex” ad ognuno di questi eventi -nessuno escluso- è stato fortemente contestato, al punto da preferire la via della fuga, – persino contromano- tra i fischi e i rimbrotti per usare un eufemismo, di molti presenti, francamente indignati da certo atteggiamento spocchioso e irrispettoso della malattia altrui.

Allora, sig. sindaco, mi rivolgo a lei chiedendo di porre all’attenzione del noto “ex” qualche quesito molto molto semplice:

1) come ha potuto essere parte dell’ingranaggio che ha reso obbligatorio un prodotto in sè e per sè falso/inesistente dal punto di vista sia scientifico che giuridico (perchè un’obbligazione dall’oggetto impossibile è semplicemente nulla), millantando una prevenzione del contagio da virus Sars-Cov2 che persino i produttori farmaceutici -nelle schede tecniche del prodotto- escludevano?

2) come ha potuto ammettere con tranquillità che fin dai primi mesi della campagna vaccinale, l’Aifa gli segnalò che una reazione negativa su cinque poteva essere addirittura mortale? Capisce: un quinto degli effetti avversi, mica bruscolini.

3) Come ha potuto guardare negli occhi le persone gravemente danneggiate da quei decantati prodotti, orgoglioso oggetto del suo libro, affermando bellamente che “purtroppo” firmando una liberatoria ci si assume anche la responsabilità di quel che poi accade. E’ sfuggito che quella liberatoria, agli Italiani, è stata letteralmente estorta al diktat “o-vaccino-o-no-stipendio”? Da dove deriva, viceversa, tanta sicumera?

Naturalmente ho ridotto all’essenziale le domande che, voglio sperare -verbo a noi ancora caro- lei, per onestà intellettuale, porgerà pubblicamente all’ex ministro in occasione dell’evento, invitandolo a rispondere ai microfoni, per lo meno prima della fuga, si intende.

Ricordo a lei, al noto “ex” e a tutti gli organizzatori dell’evento del 12 aprile a Bologna -che i contestatori dell’ “ei fu ministro della salute” non sono certo tra coloro che, impropriamente e denigratoriamente, vengono definiti “no vax”, tutt’altro: si tratta di persone vaccinate -per fiducia o per costrizione- e che a seguito di ciò hanno subito effetti avversi di proporzioni tali da stravolgere le loro vite, come è stato per chi, addirittura, è condannato per il resto dei suoi giorni a restare seduto su una sedia a rotelle. Sono gli amici dei danneggiati, i parenti delle vittime che hanno visto lentamente sfiorire i loro cari e, purtroppo, anche spegnersi come se qualcuno avesse pigiato un interruttore e di colpo fosse sceso il buio.

Ma il sipario, sig. sindaco, non può e non deve calare sulle disgrazie prodotte al popolo italiano: solo l’anno scorso le inviavamo richiesta per ottenere la concessione di una sala comunale ove dar luogo alla proiezione del docufilm INVISIBILI del regista Paolo Cassina prodotto da Alessandro Amori di Playmastermovie ma, l’amministrazione comunale felsinea, ci liquidava scrivendo che non vi erano sale comunali da poter utilizzare. E la sua poltrona rimase vuota nonostante l’invito alla proiezione che poi organizzavamo comunque.

Ma per l’ex ministro, la sala in pompa magna salta fuori: dunque si tratta di una amministrazione comunale devota solo a certa parte di popolazione ma ostile/indifferente ad altra? Ce ne duole e non poco. Si parlava di danneggiati dal prodotto che l’ex ministro decanta nel suo libro come salvifico. Non ci saremmo mai aspettati tanta indifferenza e tanta omertà sull’argomento: se non si ha nulla da temere, ci chiediamo, perchè nessun confronto scientifico viene accetatto?

E perchè, addirittura, un evento come la presentazione di un libro, viene negato ai cittadini?
Ci rifletta bene lei e tutti coloro che il 12 aprile sanno coinvolti: le istituzioni hanno il dovere di affrontare un macroscopico problema quale quello delle menomazioni permanenti da “vaccino anti Sars-Cov2” che solo illusoriamente una legge obsoleta del 1992 prevede di indennizzare, gettando fumo negli occhi di un popolo ormai stanco di questi trucchi da carrozzone gitano.

Più che un millantato “perchè guariremo”, dunque, sappiate che il popolo italiano attende con ansia un “perchè ci faremo carico delle nostre responsiabilità”.
Questo lo dica al noto ex che incontrerà e sia monito per l’agire istituzionale di cui, ci auguriamo, si farà responsabilmente anche lei promotore.
Non ci stiamo più a vedere i nostri connazionali INVISIBILI ai vostri occhi: chi è indifferente è complice.

Avv. Manola Bozzelli

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One thought on “Presentazione libro di Speranza a Bologna, lettera al sindaco Matteo Lepore

  1. È talmente evidente che è stato abbandonato da tutti coloro che lo hanno “sostenuto” per quella grave colpa commessa “per il bene comune” e non si capisce come voi siate ancora in condizione di farlo passare per un benefattore dell’umanità.
    Migliaia di morti ogni giorno per malori improvvisi e decine di migliaia di condannati all’infermita’ non vi hanno ancora convinti? Poveretti!

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