Migranti, il Viminale chiede i danni a Casarini

casarini mare Jonio

Il ministero dell’Interno si è costituito parte civile e Casarini parla di «processo politico»

di Valentina Raffa – La buttano sul vittimismo, dicendo che «uno degli obiettivi del processo era isolarci», ma le contestazioni della procura di Ragusa all’ex disobbediente Luca Casarini & soci, ieri in udienza preliminare a Ragusa, sono gravi: favoreggiamento dell’immigrazione clandestina pluriaggravato per avere trasbordato l’11 settembre 2020 dalla petroliera danese Maersk Etienne 27 migranti sulla Mare Jonio dietro pagamento di 125mila euro e averli fatti sbarcare il 12 a Pozzallo.

Ieri, oltre a lui, c’erano Alessandro Metz, legale rappresentante della Idra Social Shipping, società armatrice di Mare Jonio, Giuseppe Caccia, capo spedizione e vice presidente del Cda di Idra, Fabrizio Gatti, soccorritore, indagati con Pietro Marrone, comandante di Mare Jonio nel 2020, e Agnese Colpani, medico. La posizione del tecnico armatoriale Georgios Apostolopoulos era già stata stralciata.

Casarini & soci negano responsabilità e invece di difendersi attaccano: «Chi ha lasciato in mare 27 naufraghi, una delle quali era stata violentata? Sono loro ad avere commesso grave reato di omissione di soccorso», sorvolando sulla contestazione di avere tratto un profitto di 125mila euro. Il bonifico è del 30 novembre 2020 ufficialmente per il pagamento di «una fattura per attività di navigazione della Idra a dei partner privati» al fine, secondo l’accusa, di mascherare l’affare soldi-migranti. Casarini al telefono con Caccia definì il pagamento «una fattura di pomp… a Copenaghen». E al telefono con Metz: «Mi sa che abbiamo fatto il botto» e «domani a quest’ora potremmo essere con lo champagne in mano a festeggiare perché arriva la risposta dei danesi».

La difesa denuncia di conoscere solo una sintesi delle intercettazioni e parla di «violazioni molto gravi» vista la presenza di «intercettazioni con parlamentari e difensori». Anche i brogliacci conterrebbero dati «parziali». Il giudice ha disposto una perizia sulla copia forense e «verrà stralciato ciò che è irrilevante» ha detto uno dei legali. La difesa non parla di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, ma di «soccorso in mare», eppure su questa interpretazione il Collegio del Riesame di Ragusa aveva sottolineato come la carta del soccorso in mare non sia un jolly che solleva dalle responsabilità anche «in spregio alla diffida-divieto» delle Capitanerie di porto (ricevuta da Mare Jonio) di effettuare soccorsi. Si torna in aula il 13 marzo.
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