“Luoghi di culto” chiusi per sicurezza, islamici protestano a Monfalcone

islamici protestano a Monfalcone

Sono diverse migliaia – fra 3.500 e 5.000, secondo le prime stime – le persone che si sono ritrovate questa mattina a Monfalcone per partecipare al corteo organizzato dalla comunità musulmana per “rivendicare il diritto alla preghiera”, dopo la chiusura, da parte del Comune, dei centri gestiti dalle due associazioni musulmane monfalconesi per motivi di sicurezza. Fra coloro che hanno annunciato la loro adesione, la Sinistra per Monfalcone e il consigliere regionale del Patto-Civica Fvg Enrico Bullian.

Contemporaneamente la sindaca Anna Cisint ha deciso di dedicare l’anti vigilia di Natale agli auguri ai cittadini, in un contatto diretto in piazza della Repubblica, nello spazio antistante il presepe sistemato dall’amministrazione comunale: “Queste giornate – sottolinea Cisint – rappresentano momenti preziosi nei quali la comunità si ritrova nei valori più alti della Natività, la famiglia, la vicinanza a chi è solo e ai soggetti più fragili, il bisogno di serenità e la voglia di guardare avanti”.
(www.rainews.it/tgr)

16 novembre 2023

Chiuse due moschee a Monfalcone. O meglio: un negozio e un locale che originariamente dovevano essere destinati ad ufficio e che invece da anni venivano come luoghi di culto. Alla fine i vigili urbani del Comune- dopo le reiterate lamentele da parte dei residenti- hanno messo in atto gli accertamenti, documentati con video e filmati. E ieri sono state emesse le due ordinanze, firmate dal sanguigno sindaco, Anna Maria Cisint, che giunta al suo secondo mandato non è può più di tergiversare:

«I margini di tolleranza degli atteggiamenti illegittimi o illegali sono finiti», scandisce con Libero. In sostanza dopo aver avvisato il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga Massimiliano Fedriga, averne parlato con questore, prefetto, e il comandante dei Carabinieri il comune ha proceduto alla «notifica delle due ordinanze» per «accertato pericolo per il cambio destinazione d’uso».

E quindi non sarà più possibile – si legge nelle due ordinanze notificate – “utilizzare i locali precedentemente locati come negozio e ad uso ufficio come luoghi di culto”. L’esponente leghista è da mesi che combatte contro gli utilizzi impropri. Non solo perché «ci sono leggi che valgono per tutti e non capisco perché per alcuni si debba chiudere un occhio». È pur vero che il sindaco Cisint deve fare i conti con una comunità immigrata importante. Un terzo della popolazione è ormai di origine straniera. Ma c’è la parte mussulmana che non vuole e non intende proprio integrarsi.

«Anzi. Un Imam locale me lo ha detto chiaro chiaro: noi non ci cogliamo integrare, intendiamo sostituirvi».

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