Business migranti, egiziano “in povertà assoluta” aveva 10 case: arrestato

Business migranti

In dodici anni pare abbia dichiarato poco più di 150mila euro di redditi da lavoro. Quasi 13mila euro all’anno, poco più di mille euro al mese. Una cifra che fa di quell’uomo, di sua moglie e dei loro tre figli una famiglia in condizioni di “povertà assoluta”. Eppure proprio quell’uomo e la moglie negli ultimi anni avrebbero comprato più di dieci case, senza mai chiedere un mutuo. In un incredibile circolo vizioso che avrebbe permesso loro di acquistare appartamenti con soldi “sporchi” per continuare a fare soldi “sporchi” proprio con quelle case.

Un uomo di 36 anni, Ahmed Elgamal, cittadino egiziano, e sue moglie – una connazionale di 28 – sono stati fermati nelle scorse ore dalla polizia in esecuzione di un’ordinanza firmata dal Gip Guido Salvini che ha disposto il carcere per l’uomo e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per la compagna. I due sono accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e autoriciclaggio perché sospettati di aver firmato decine e decine di false dichiarazioni di ospitalità così da permettere a cittadini stranieri, quasi tutti egiziani, di ottenere il permesso di soggiorno o di rinnovare la richiesta di protezione internazionale.

Al momento dell’arrivo in Italia, infatti, ai migranti viene rilasciando un documento che attesta l’avvio dell’iter burocratico per il riconoscimento della protezione internazionale, che dà diritto a un permesso di soggiorno valido sei mesi. A causa della lunghezza dei tempi, però, quasi tutti gli immigrati hanno necessità di rinnovare il primo permesso e quindi necessitano di un indirizzo di domicilio e di una dichiarazione di ospitalità.

Ed è proprio qui che si inseriva la coppia. Perché il 36enne e la moglie avevano preso possesso di nove appartamenti in piazza Garibaldi a Pioltello, in cui dichiaravano – ma sono nella teoria – proprio di ospitare i richiedenti asilo. Il tutto chiaramente a un prezzo che variava tra i 7 e gli 800 euro, mentre per un’abitazione in provincia di Sondrio la cifra scendeva a 600. L’indagine è nata da un controllo della polizia locale di Pioltello, che ha rilevato l’elevatissimo numero di dichiarazioni di ospitalità presentata dalla coppia. A quel punto, come previsto da un protocollo di collaborazione tra le forze voluto dal questore Giuseppe Petronzi, la segnalazione è arrivata agli agenti della divisione anticrimine e ai colleghi della seconda sezione della squadra mobile, guidati da Marco Calì, la cui indagine ha portato alla misura cautelare.

Nelle carte il giudice Salvini mette nero su bianco che “delle 129 dichiarazioni di ospitalità presentate da Elgamal e dalla moglie tra il 30 giugno 2020 e il 30 maggio 2023, almeno 40 di queste erano indubbiamente fittizie”, mentre “ulteriori 20 destavano alcuni dubbi di autenticità”. Gli investigatori della Mobile – che in più occasioni hanno verificato l’eventuale presenza dei migranti nelle abitazioni, senza mai trovarli – hanno incastrato il 36enne con dei controlli in strada ma anche grazie alle intercettazioni. “Tu non sei il primo che mi chiede queste cose, noi al giorno o al mese ne facciamo in quantità”, diceva l’uomo a un potenziale cliente.

Quando mercoledì mattina i poliziotti sono entrati di nuovo nelle case – poi sequestrate – hanno trovato anche fino a dieci letti in ogni appartamento: un altro modo per la coppia per fare soldi in nero, perché pare incassassero fino a 700 euro da ognuno degli occupanti. E di soldi ne giravano tanti. Perché, stando a quanto ricostruito, moglie e marito avrebbero speso fino a 500mila euro per acquistare gli immobili, il tutto senza mai chiedere aiuto alle banche. E così un uomo in condizioni di “povertà assoluta”, la riflessione del Gip, “si è arricchito sfruttando lo stato di bisogno dei suoi connazionali”. www.milanotoday.it

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