“Falso, depistaggio e truffa”, arrestato Dirigente della Corte d’Appello di Potenza

tribunale di Potenza

Nelle prime ore di ieri mattina, su disposizione della Procura della Repubblica di Potenza, la Sezione di Polizia Giudiziaria Aliquota Polizia di Stato, ha dato esecuzione all’ordinanza applicativa della misura cautelare personale degli arresti domiciliari nei confronti dell’ex Dirigente amministrativo della Corte di Appello della Procura Generale e della Procura della Repubblica di Potenza ed attualmente, dal mese di settembre, in servizio presso l’Ispettorato Generale del Ministero della Giustizia, Girolamo Cicinati, in quanto ritenuto gravemente indiziato dei reati di falso, calunnia, depistaggio e truffa.

Come scrive il giornale locale www.basilicata24.it, ’ordinanza è stata adottata dal Gip all’esito delle attività d’indagine che ha permesso di ricostruire, a livello di gravità indiziaria ( ferma restando la presunzione d’innocenza fino a condanna definitiva) la dinamica dei fatti contestati che nella prospettiva accusatoria era consistita in molteplici e convergenti condotte delittuose poste in essere dall’indagato finalizzate a prospettare delle assunzioni presso il Ministero della Giustizia, e sue diramazioni territoriali, in favore di numerosi cittadini ignari, molti dei quali disoccupati ed in condizioni di particolare vulnerabilità economico-sociale.

Costoro, per assicurarsi le assunzioni promesse, avrebbero elargito somme di danaro al CICINATI, il quale abusava, in questo modo, della sua funzione pubblica e della conseguente credibilità che aveva nel contesto ove viveva.

In particolare, il quadro indiziario è stato ricostruito attraverso l’utilizzo di intercettazioni telefoniche, l’ascolto di numerose persone informate sui fatti, l’acquisizione di copiosa documentazione, lo svolgimento di perquisizioni informatiche con conseguente ricostruzione dei contatti e quindi dei messaggi e delle mail intercorse tra il Cicinati e le parti lese, tra cui una falsa lettera di assunzione del Ministero della Giustizia, che, sulla base degli accertamenti svolti dalla Polizia postale, il Cicinati avrebbe inviato alle diverse parti offese.

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