Rischio terrorismo, Italia e 8 paesi UE ripristinano controlli frontiere

Schengen

ROMA, 18 OTT – In questi giorni, in seguito al riattivarsi della minaccia terroristica per la crisi in Medio Oriente, 9 Paesi europei hanno notificato alla Commissione il temporaneo ripristino dei controlli alle frontiere con la sospensione della libera circolazione prevista da Schengen. Oltre all’Italia con i confini sloveni, ci sono Austria, Germania, Norvegia, Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia, Svezia e Francia, che hanno riattivato i controlli su alcune loro frontiere. (ANSA)

(Adnkronos) – L’Italia ha deciso di introdurre controlli al confine con la Slovenia per “l’intensificarsi dei focolai di crisi ai confini dell’Europa, in particolare dopo l’attacco condotto nei confronti di Israele” che “ha aumentato il livello di minaccia di azioni violente anche all’interno dell’Unione”. Il ministro dell’Interno sloveno Bostjan Poklukar è stato informato dal suo collega Matteo Piantedosi. L’agenzia di stampa slovena Sta ha fatto sapere che la Slovenia introdurrà a sua volta controlli ai confini con la Croazia e l’Ungheria.

“Il Governo italiano – comunica Palazzo Chigi in una nota – ha comunicato la reintroduzione dei controlli delle frontiere interne terrestri con la Slovenia, in base all’articolo 28 del Codice delle frontiere Schengen (Regolamento Ue 2016/339). Il ripristino dei controlli alle frontiere interne, già adottato nell’area Schengen, è stato comunicato dal ministro Piantedosi alla vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas, al commissario europeo agli Affari interni Ylva Johansson, alla presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, al segretario generale del Consiglio dell’Unione europea Thérèse Blanchet e ai ministri dell’Interno degli Stati membri Ue e dei Paesi associati Schengen”.

“L’intensificarsi dei focolai di crisi ai confini dell’Europa, in particolare dopo l’attacco condotto nei confronti di Israele – viene spiegato nella nota -, ha infatti aumentato il livello di minaccia di azioni violente anche all’interno dell’Unione. Un quadro ulteriormente aggravato dalla costante pressione migratoria cui l’Italia è soggetta, via mare e via terra (140 mila arrivi sulle coste italiane, +85% rispetto al 2022). Nella sola regione del Friuli Venezia Giulia, dall’inizio dell’anno, sono state individuate 16 mila persone entrate irregolarmente sul territorio nazionale”.

Questo scenario, “oggetto di approfondimento anche da parte del Comitato di analisi strategica anti-terrorismo istituito presso il ministero dell’Interno, conferma la necessità di un ulteriore rafforzamento delle misure di prevenzione e controllo. Nelle valutazioni nazionali, infatti, le misure di polizia alla frontiera italo-slovena non risultano adeguate a garantire la sicurezza richiesta. La misura verrà attuata dal 21 ottobre prossimo per un periodo di 10 giorni, prorogabili ai sensi del Regolamento Ue 2016/339. Le modalità di controllo saranno attuate in modo da garantire la proporzionalità della misura, adattate alla minaccia e calibrate per causare il minor impatto possibile sulla circolazione transfrontaliera e sul traffico merci. Ulteriori sviluppi della situazione ed efficacia delle misure verranno analizzati costantemente, nell’auspicio di un rapido ritorno alla piena libera circolazione”.

“Controlli alla frontiera con la Slovenia: l’annuncio del Viminale, anche alla luce della mutata situazione internazionale, è un’ottima notizia che conferma la serietà e la concretezza del governo. Avanti così, a difesa dell’Italia e dei suoi confini”. Così una nota della Lega.

Il trattato di Schengen è stato sospeso dai Paesi membri dell’Unione europea ben 387 volte dal 2006 a oggi. L’Italia lo aveva fatto altre volte per grandi eventi: l’ultima volta in occasione del G20 nel 2021 ma anche nel 2017 per il G7 a Taormina e nel 2009 per il G8 all’Aquila. E’ la prima volta quindi che adotta una decisione del genere per questioni di sicurezza legate all’aumento del livello di minaccia di azioni violente anche all’interno dell’Unione. Nei giorni scorsi i controlli alle frontiere erano stati già ripristinati dall’Austria al confine con la Repubblica Ceca e dalla Germania al confine con Svizzera, Repubblica Ceca e Polonia a causa della forte pressione migratoria.

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