Armi con i soldi del Pnrr, il Pd vota sì a Bruxelles

Elly Schlein

Ennesimo scivolone del Pd, questa volta in Europa. Il partito guidato da Elly Schlein, infatti, ha votato a favore di una norma europea che sostanzialmente autorizza i governi a utilizzare i fondi del Pnrr per acquistare armi. La misura votata – si legge sul Fatto Quotidiano – aumenta di oltre mezzo miliardo di euro i fondi destinati a sostenere la produzione di armi per l’Ucraina, e soprattutto permette agli Stati membri che lo vorranno di usare i fondi del Pnrr a questo scopo. Conviene soffermarsi a valutare le implicazioni di un simile cambio di destinazione del Recovery Plan: qualunque cosa si pensi della guerra in Ucraina, e qualunque sia il giudizio sull’escalation del sostegno militare occidentale a Kiev, non sfuggirà la distanza tra un’Europa che pensa di rifondarsi sulla coesione sociale, la sostenibilità, la sanità pubblica, e una che invece decida di farlo sulla produzione, commercio e uso delle armi.

E infatti – prosegue Il Fatto – la differenza non sfugge al Pd, che il 20 giugno scorso fa approvare in Parlamento una mozione che impegna il governo italiano a non usare i fondi Pnrr per le armi. Paradossalmente, tuttavia, è stato proprio questo “no” italiano a permettere alla segretaria Schlein di indirizzare i suoi europarlamentari a un “sì” europeo, in armonia con il compatto voto positivo del gruppo socialista.

Il risultato è un risibile equilibrismo da politica politicata, che lascia stupefatti e indignati coloro che ancora credono a una politica fondata su un progetto di società e su principi etici: proprio il tipo di cittadine e cittadini che, con un clamoroso voto rifondativo, hanno portato Elly Schlein alla guida del partito.

Come è noto, – continua Il Fatto – Giulio Andreotti sosteneva che tirare a campare fosse comunque meglio che tirare le cuoia: ma nella situazione attuale del Pd, le due soluzioni rischiano di coincidere. Perché questo non avvenga, Elly Schlein deve decidersi ad attuare il mandato di radicale cambiamento ricevuto da chi l’ha votata da fuori del Pd, perché cambiasse il Pd: e se questo comporterà altri abbandoni da parte di coloro che vivono il partito come una forza di centrodestra, be’, tanto meglio. Perché questo è il momento delle idee e delle scelte coraggiose, non delle pavide acrobazie e dei giochetti al ribasso.  (affaritalini.it)