Francia, donna vuole sposare migrante espulso: sindaco si rifiuta

nozze

Un sindaco ha deciso di bloccare in Francia il matrimonio tra una donna e un immigrato irregolare, nonostante secondo la legge dovrebbe essere celebrato. A opporsi all’unione è Robert Ménard, popolare primo cittadino della città Béziers, con un passato nell’estrema sinistra e ora eroe dell’estrema destra. Il matrimonio è in programma domani: i bandi sono stati pubblicati, si sta preparando la festa.

È algerino, ha 23 anni, vuole sposare una donna francese di sei anni più grande di lui e già madre di tre figli: sembra un matrimonio fittizio!”, ha denunciato Béziers. Se si trattasse di un caso di matrimonio simulato e questo venisse dimostrato, il gesto sarebbe equiparabile a una frode. Entrambi i coniugi potrebbero rischiare fino a 5 anni di reclusione e una multa di 15mila euro. Se l’uomo dovesse ottenere un permesso di soggiorno grazie a questa unione, anche questo verrebbe revocato.

La possibilità di sancire questa unione sarebbe garantita dall’articolo 12 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Questa stabilisce che è “impossibile vietare a una persona di sposarsi con il pretesto della sua religione, del colore della pelle o della sua situazione agli occhi dell’amministrazione del Paese in cui vive“.

Ma Ménard la pensa diversamente. A volersi sposare sono una donna francese di 29 anni e un uomo di 23 anni di origine algerina che ha già ricevuto l’obbligo di lasciare il territorio francese (Oqtf). Ma il sindaco, eletto grazie al sostegno dal Rassemblement national di Marine Le Pen e altri due partiti di destra, rifiuta categoricamente di accettare quella che definisce una “situazione ridicola”.

Il governo si lamenta di non riuscire a trovare le persone che dovrebbero essere espulse dal Paese, e ora ce ne sarà una nel mio municipio, e io dovrò sposarla. È fuori discussione!”, ha tagliato corto. Come di consueto per escludere ogni sospetto di matrimonio simulato, i due fidanzati hanno seguito tutte le pratiche necessarie, tra cui compilare separatamente un questionario in municipio, in cui vengono fatte domande su di loro e sulla loro storia, a cui devono rispondere in maniera uguale.
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