PIAZZA LIBERTA’, mons. Viganò: le suore di Pienza, una vicenda grottesca

INTERVISTA di Armando Manocchia a Mons. Carlo Maria Viganò
PIAZZA LIBERTA’, estratto dalla puntata di sabato 18 marzo 2023 con un ospite d’eccezione, Monsignor Carlo Maria Viganò, un Arcivescovo cattolico, un Uomo di impeccabile verità, fede e integrità.

Armando Manocchia
Monsignore, vorrei parlare della situazione che stanno subendo diverse Congregazioni religiose in tutta Italia. E abbiamo letto due interventi molto dettagliati che Vostra Eccellenza ha pubblicato a riguardo nelle ultime settimane. Si è parlato addirittura della cacciata di tredici monache da un Monastero in Toscana, a Pienza. Ci vuol dire qualcosa in più sulla vicenda di Pienza?

La vicenda di Pienza è a dir poco grottesca. Abbiamo un Monastero di giovani suore di clausura che non ha mai dato problemi di sorta, né morali né economici, e che ha il solo torto di voler vivere il proprio carisma contemplativo e tradizionale, nientemeno che con la Messa antica celebrata saltuariamente da un sacerdote nominato dal Vescovo diocesano. Questo Monastero riceve una Visita Apostolica a sorpresa, senza che venga motivata, e senza che alla fine dell’ispezione sia consegnata una relazione. Il Dicastero vaticano competente decide quindi, sulla base della Visita Apostolica, di cacciar via la Badessa e la Priora e di imporre una nuova Superiora, ma non lo comunica alle Monache, bensì alla Curia vescovile. Le Monache, ovviamente, ricorrono al Dicastero impugnando il decreto perché privo di regolare notifica e di motivazioni, ma la Curia e la Federazione benedettina vogliono comunque dare esecuzione al decreto – in violazione al Diritto Canonico – e chiamano addirittura i Carabinieri per terrorizzare e cacciare le “suore ribelli”.

Armando Manocchia
MONSIGNORE NON SO A LEI, MA A ME PARE UNA MODALITA’ ANTI- CRISTIANA

Mons. Viganò
Se posso osare un paragone con una situazione analoga, mi sembra che quanto avvenuto a Pienza segua più o meno le stesse modalità delle “rivoluzioni colorate”. Se pensiamo alle proteste in corso in Georgia, ci accorgiamo che il sistema adottato è praticamente il medesimo. Lo scopo reale da ottenere è il regime change di un governo legittimamente eletto, in modo da imporre un governo fantoccio della NATO e della UE che allarghi il fronte antirusso.

Lo scopo dichiarato dai “pacifici manifestanti” che assaltano il Parlamento con manifesti in inglese e bandiere europee e ucraine è impedire la promulgazione di una legge – peraltro esistente anche negli USA – che impedisce interferenze di enti stranieri nella politica nazionale. E sappiamo che questa coreografia è stata già sperimentata con successo con l’Euromaidan in Ucraina nel 2014, sempre grazie alle ONG finanziate dalle Fondazioni “filantropiche” di George Soros, ma anche in Kazakistan, in Iran, in Ungheria, in Moldavia. E sappiamo che sempre, invariabilmente, questi golpe portano al potere un premier proveniente dal World Economic Forum e obbediente alla NATO, oltre che una serie di Ministri e alti funzionari stranieri.

La stessa cosa avviene a Pienza, dove lo scopo non dichiarato è il regime change del Monastero tradizionale, per costringerlo a modernizzarsi e a seguire l’impostazione ideologica bergogliana (e forse anche vendere l’immobile o farne demagogicamente un centro di accoglienza per profughi). Lo scopo ufficiale è ovviamente fittizio e pretestuoso – la vendita di marmellate, il Pater Noster in latino – e si avvale di una coreografia e di attori proprio come a Tbilisi, con al posto dei cartelli in inglese i decreti del Dicastero, e al posto delle bandiere europee l’Istruzione Cor Orans. Rimane da vedere se questo Monastero refrattario al nuovo corso vaticano (come il legittimo governo della Georgia non asservito all’élite globalista) riuscirà a far valere i propri legittimi diritti, o se il golpe della deep church bergogliana (e del deep state americano) avrà successo senza suscitare proteste per la palese violazione del diritto.

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