Regime Zelensky, due giornalisti italiani bloccati a Kiev

Andrea Sceresini e Alfredo Bosco

Da 10 giorni Andrea Sceresini e Alfredo Bosco sono in attesa di essere interrogati dai servizi di sicurezza locali. L’accusa delle autorità ucraine consisterebbe in una non meglio specificata “collaborazione con il nemico”

“La sospensione degli accrediti – che erano stati regolarmente rilasciati nel marzo 2022 – comporta l’impossibilità di muoversi liberamente nel Paese, specie nelle zone vicino al fronte, e il rischio concreto di essere arrestati al primo posto di blocco” afferma l’avvocato Alessandra Ballerini, che assiste i due reporter.

“L’unica notizia ufficiale che è stata comunicata ai giornalisti Sceresini e Bosco, nonostante i molti solleciti effettuati anche tramite la nostra ambasciata- continua la legale- riguarda un ipotetico “interrogatorio” al quale dovrebbero essere sottoposti e che dovrebbe essere eseguito dagli uomini della Sbu, il servizio di sicurezza ucraino”.

“Inizialmente, questo “interrogatorio” avrebbe dovuto svolgersi a Kramatorsk il 6 febbraio e a tal fine sono stati forniti alla Sbu i numeri di telefono e l’indirizzo dei due giornalisti con la richiesta che l’interrogatorio potesse avere luogo il prima possibile”.

“Dopo cinque giorni di inutile attesa (che i miei assistiti hanno dovuto trascorrere, per ovvie ragioni di sicurezza, senza poter uscire di di casa, in una città peraltro spesso bombardata dalle artiglierie russe), su consiglio dell’ambasciata – i giornalisti hanno deciso di spostarsi a Kyiv, dove hanno sede gli uffici centrali della Sbu”.

“Da allora non abbiamo ricevuto più nessuna notizia, né dalla Sbu (contattata anche da un avvocato ucraino) né dalla nostra rappresentanza diplomatica”.

La Ballerini dà conto anche del caso di un terzo giornalista italiano, Salvatore Garzillo, cui “è stato impedito di entrare nel Paese attraverso la frontiera polacca, in quanto “non gradito”. Nemmeno a lui sono state fornite ulteriori spiegazioni”.
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