Botte, violenza, raid in serie. Un ragazzino di 16 anni, di origini giamacaine, è stato arrestato sabato sera a Milano con le accuse di rapina aggravata e tentata rapina dopo aver messo a segno – almeno – due blitz nel giro di pochi minuti insieme ad altri coetanei per ora fuggiti.
La “caccia all’uomo” della baby gang è scattata verso le 22 in piazza Leonardo da Vinci, zona che da tempo fa i conti con la micro criminalità nel weekend. Lì il minorenne e gli amici hanno fermato un ragazzo 19enne chiedendogli dei soldi e al suo rifiuto lo hanno picchiato. In suo soccorso è intervenuto un compagno di un anno più grande, figlio di un poliziotto, che è stato colpito con una serie di pugni al volto ed è finito in ospedale con una frattura al naso e una prognosi di 30 giorni.
Mentre i ragazzi davano l’allarme alla polizia, i rapinatori sono entrati in azione in viale Romagna, poco distante, dove hanno costretto un 14enne a consegnare un giubbotto e una felpa. Proprio lì è stato fermato il 16enne, accompagnato al Beccaria, mentre il resto della gang è fuggito.
“Il figlio di un nostro collega originario di Montefalco, in Umbria, è stato brutalmente pestato da una baby gang a Milano nei pressi di Piazza Leonardo Da Vinci. Un gruppetto di ragazzi italiani di seconda generazione ha accerchiato lui e un suo amico chiedendo soldi e poi passando ai fatti. Per il figlio del collega, appena 20enne, 30 giorni di prognosi con frattura scomposta delle ossa del naso. Uno degli aggressori, minorenne, è stato arrestato dalle volanti. Purtroppo non è il primo episodio e sempre più spesso le baby gang si rendono protagonisti di brutali pestaggi”, la denuncia di Fabio Conestà , segretario generale del Movimento Sindacale Autonomo di Polizia.
“La criminalità giovanile va arginata. Servono politiche serie che prendano in considerazione il problema. Quello delle baby gang è un fenomeno preoccupante e in costante espansione. I giovani, molto spesso italiani di seconda generazione, si auto ghettizzano in questi gruppi che usano la forza per affermarsi tra i coetanei. Altri seguono la stessa scia per emulazione. È purtroppo – ha concluso Conestà – un vero e proprio circolo vizioso senza fine”. https://www.milanotoday.it/

