Clima, sultano emiratino Al-Jaber a capo della Cop28

Cop28

Dovrà coordinare la riduzione dell’uso di combustibili fossili ma è a capo di una delle compagnie petrolifere di Stato più grandi al mondo. Suscita feroci critiche e allarmismo tra gli attivisti del Clima, la notizia dell’assegnazione alla guida dei negoziati sul clima della COP28 ad Ahmed al-Jaber, il 49enne sultano emiratino a capo della Abu Dhabi National Oil Company (Adnoc). La Cop28 si terrà a Expo City a Dubai, dal 30 novembre al 12 dicembre 2023.

Greenpeace si dice “profondamente allarmata per la nomina dell’amministratore delegato di una compagnia petrolifera alla guida dei prossimi negoziati globali sul clima”. “Questo crea un pericoloso precedente, mettendo a rischio la credibilità degli Emirati Arabi Uniti e la fiducia che è stata riposta in loro dalle Nazioni Unite e dalle generazioni attuali e future. La COP28 deve concludersi con un impegno senza compromessi per una giusta eliminazione di tutti i combustibili fossili: carbone, petrolio e gas. Non c’è posto per l’industria fossile nei negoziati globali sul clima”, ha detto Tracy Carty di Greenpeace International.

Ahmed Al Jaber presidente 28esima conferenza Cop28

Già amministratore delegato del gigante petrolifero statale Abu Dhabi National Oil Company (Adnoc) nonché ministro dell’Industria degli Emirati, inviato speciale per il cambiamento climatico, il sultano Ahmed Al Jaber è stato appena nominato “presidente designato per la 28esima conferenza Cop28” dagli Emirati Arabi Uniti. Oltre alla compagnia petrolifera nazionale che guida dal 2016, il Sultano è a capo anche di Masdar, la compagnia di energia rinnovabile degli Emirati.

“Porteremo un approccio pragmatico, realistico e orientato alle soluzioni”, sostiene Al-Jaber, che diventa così primo amministratore delegato a presiedere una Cop (Conferenza delle Parti, la riunione annuale dei Paesi che hanno ratificato la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici). Per lavorare sul tema sceglie due donne accanto a lui: Razan Al Mubarak, per l’UN Climate Change High Level Champion e Shamma Al Mazrui, per la parte Youth Climate Champion.

Fidato confidente del leader degli Emirati Arabi Uniti, lo sceicco Mohammed bin Zayed Al Nahyan, Ahmed Al Jaber è un tecnocrate veterano con esperienza sia nelle energie rinnovabili che nel business del petrolio. La Adnoc pompa circa 4 milioni di barili di greggio al giorno e spera di espandersi a 5 milioni al giorno, entrate che alimentano le ambizioni di questa federazione di sette sceiccati. C’è solo un problema: le estrazioni petrolifere producono più anidride carbonica (Co2) e generano calore, la sfida più grande nel faticoso lavoro dei negoziati delle Nazioni Unite per tenere il pianeta pulito e garantire un futuro all’umanità.

“Un conflitto di interessi senza precedenti e allarmante”, ha detto Harjeet Singh, capo della Strategia politica globale presso il Climate Action Network International.
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