F1: vietate ai piloti dichiarazioni politiche e religiose

Hamilton

Londra, 20 dic. (Adnkronos) – La Fia ha deciso di vietare ai piloti di F1 di fare “dichiarazioni politiche, religiose e personali” senza previo consenso. È stato vietata l’esibizione di “dichiarazioni politiche, religiose e personali” da parte dei piloti di F1, salvo approvazione della Fia. Nelle ultime stagioni, piloti del calibro di Lewis Hamilton e Sebastian Vettel lo hanno fatto per evidenziare argomenti e problemi. Hamilton e Vettel hanno principalmente cercato di affrontare l’uguaglianza e le questioni relative all’ingiustizia sociale: Hamilton ha indossato magliette con scritto “Arrestare i poliziotti che hanno ucciso Breonna Taylor” e “Black lives matter”.

Vettel è stato precedentemente rimproverato per non aver rimosso una maglietta per i diritti LGBTQ + e all’inizio di quest’anno è caduto in fallo contro le autorità canadesi mostrando un messaggio “Stop mining sabbie bituminose”.

La Fia ha emesso un codice sportivo internazionale aggiornato, che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2023. “Il mancato rispetto delle istruzioni della Fia in merito alla nomina e alla partecipazione di persone durante le cerimonie ufficiali a qualsiasi competizione valida per un campionato Fia sarà ora considerata una violazione del regolamento”. La maggior parte delle infrazioni del Codice Sportivo Internazionale può portare a punizioni fino ad essere esclusi da una gara e multe di € 250.000, sebbene non siano state emesse linee guida per queste specifiche infrazioni.

La nuova regola (12.2.1.n) afferma: “Il fare e l’esibizione in generale di dichiarazioni o commenti politici, religiosi e personali, in particolare in violazione del principio generale di neutralità promosso dalla Fia ai sensi del suo Statuto, salvo previa approvazione scritta della Fia per le competizioni internazionali, o dalla Asn competente per Competizioni Nazionali di loro competenza”. La Fia continua ancora a promuovere i propri statuti, che sono contro la discriminazione di chiunque, basata su “razza, colore della pelle, genere, orientamento sessuale, origine etnica o sociale, lingua, religione, opinione filosofica o politica, situazione familiare o disabilità”.

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