Solite inutili chiacchiere da bar della Ronzulli

Licia Ronzulli

di Manola Bozzelli – A un certo punto si deve fare una riflessione seria che non siano le solite inutili chiacchiere da bar alle quali taluni ci stanno abituando. Chi apre la bocca deve sapere cosa sta dicendo, altrimenti è meglio tacere, per buona creanza e per non alimentare sterili polemiche. Come diceva Umberto Eco “I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. E’ l’invasione degli imbecilli”.

Cosa accade quando un soggetto così, prende non solo la parola, completamente disarcionato dal contesto giuridico e scientifico a cui pure vorrebbe goffamente arpionarsi? E cosa accade quando certe redini del dispotismo, ammantato dall’emergenza covid, sono state affidate a questi personaggi in cerca d’autore? Poco importa si tratti di una senatrice -Licia Ronzulli, per giunta capogruppo di Forza Italia al Senato- nota alle cronache per le bravate di Arcore oltre che per le accese diatribe contro il popolo dei non vaccinati covid-19. Per un attimo di notorietà si è evidentemente disposti a tutto, noncuranti di fare brutta figura commentando risibilmente un decreto legge senza averne capito senso e portata.

Del resto la senatrice Ronzulli non è nuova a questo tipo di esternazioni. Ricordiamo tutti il pietoso perdono che nel contempo elargiva e chiedeva, urbi et orbi, durante la campagna elettorale, ai temibili “no vax”, quando era necessario accaparrarsi una poltrona: “Ho sbagliato in passato usando parole grosse verso i non vaccinati, ma adesso occorre voltare pagina e lasciarsi alle spalle il passato e perdonarci a vicenda” per poi maldestramente lanciare invettive contro la decisione del nuovo governo di “anticipare” il reintegro a lavoro dei sanitari sospesi. Ah ma lo ha fatto a titolo personale, così da lasciare intatta l’alleanza col governo del suo gruppo e, dunque, la sua poltrona.

E allora qualcuno dovrebbe spiegare alla senatrice, per giunta infermiera -la cui ignoranza scientifica è tanto più imperdonabile- che innanzitutto caldeggiando l’obbligo vaccinale anti Sars-Cov2 contenuto nel DL 44/2021 -di cui la Ronzulli si vanta d’essere stata musa ispiratrice- si è imposto un obbligo non solo liberticida ma impossibile – dal momento che è notorio che questo vaccino non esiste e non ha impedito affatto alcuna propagazione dell’infezione. Ma soprattutto è bene che qualcuno le spieghi la reale portata dell’art. 7 del DL 162/2022 che per nulla ha avallato il reintegro del personale sanitario che non si è sottoposto a vaccinazione ma si è limitato (apra bene le orecchie la sig.ra Ronzulli) solo ad anticiparne il reintegro di due mesi. https://www.imolaoggi.it/2022/12/12/covid-ronzulli-no-a-reintegro-anticipato-medici-no-vax/ . Non poteva evitarsi questa brutta figura? Davvero è sfuggito alla senatrice di Forza Italia che lo stesso DL 44/2021, dopo l’intercorsa ultima ennesima proroga dell’obbligo vaccinale al personale sanitario, ne aveva comunque già indicato la scadenza al 31 dicembre p.v.?!

Ha sorvolato come nulla fosse sullo tsunami che si è abbattuto su migliaia di sanitari e delle loro famiglie per oltre un anno e mezzo, dimentica che reintegrare con un anticipo di due soli mesi i sospesi, non ha significato “dire a chi si è vaccinato che avrebbe potuto non farlo” -come ha pretestuosamente dichiarato- quanto piuttosto restituire ai sanitari sospesi la dignità lavorativa a fronte dell’inutile allontanamento dai luoghi di lavoro, all’epoca -per le ragioni esposte- e a maggior ragione ora.

Ci piacerebbe, sempre a titolo personale, che la Ronzulli ci raccontasse come è stato possibile durante tutto questo anno e mezzo in cui il personale sanitario non vaccinato è stato sospeso, che all’interno degli ospedali e delle RSA, i pazienti anche di lunga degenza entrassero con esito negativo al tampone per poi essere contagiati durante la degenza, da quello stesso personale pluridosato che campeggiava indiscusso nelle strutture sanitarie! E ci piacerebbe pure che la Ronzulli ci chiarisse il perchè di una imposizione vaccinale pensata per impedire il diffondersi di un’infezione che, ab origine, si sapeva non avrebbe mai potuto impedire (chissà perchè un’infermiera non abbia letto le schede tecniche vaccinali prima di fare da musa ispiratrice all’obbligo vaccinale per i sanitari!)

Cara sig.ra Ronzulli, rivolgendomi a lei sempre a titolo personale, mi permetta per il futuro di consigliarle di appassionarsi molto più alla ricerca delle verità scientifiche che, a questo punto della storia, sono sotto gli occhi proprio di tutti e che presto sbugiarderanno i più, perchè le pasionarie da bar che hanno facile accesso ai microfoni, stanno segnando una delle pagine più orrende del nostro amato Bel Paese, dal secondo dopo guerra in avanti.
Mi piace concludere sempre con una frase che sento dal profondo: non praevalebunt.

Avv. Manola Bozzelli – vicepresidente Associazione Arbitrium

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