Trieste invasa dai migranti, sindaco: “Distruggono tutto, non li aiutiamo più”

di Piazza

Situazione a dir poco complessa a Trieste, che sta pagando le conseguenze del blocco del confine orientale. Racconta la Repubblica: “Decine di connazionali, ma anche afgani, siriani e turchi, per settimane intere hanno dormito tra questi anfratti. O all’aria aperta, in piazza Libertà. Sono due minuti a piedi dagli asburgici palazzi di banche e assicurazioni. E dalla luccicante piazza Unità, con gli alberi di Natale e il presepe. Perché a Trieste, la “Lampedusa del Nord Est”, ultima tappa della rotta balcanica, non c’è più posto per i richiedenti asilo. Le strutture di accoglienza cittadine sono piene e le persone sono costrette a stare all’aperto”.

Come spiega Repubblica, “la situazione si trascina da luglio, quando il flusso di profughi provenienti dal confine con la Slovenia è ripreso al ritmo di 70-80 al giorno. Durante l’estate i trasferimenti dei migranti in altri centri di accoglienza del Paese hanno subìto un forte rallentamento, visto l’incremento di arrivi al Sud che ha saturato le strutture di molte regioni”. Da registrare, sempre su Repubblica, le dichiarazioni del sindaco Dipiazza: “Dove li abbiamo ospitati hanno distrutto tutto: non farò più nulla per loro”.

Migranti: Ciriani, ‘va data risposta su confini orientali, ne stiamo parlando con Piantedosi’

Sui confini orientali “quella delle riammissioni è una regola che esisteva già, col ministro Piantedosi ne stiamo discutendo, spero che il ministro possa venire quanto prima anche a Trieste parlando direttamente con il sindaco e le altre autorità, sicuramente però una risposta va data”. Così il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani a margine della ‘Giornata del volontario’ della Protezione Civile a Udine sul tema dei flussi di migranti dai confini orientali.

“Quella che io quando ero all’opposizione chiamavo la Lampedusa del nord – agginuge – è un problema che non può essere sottovalutato non si può dire che tanto passano e vanno altrove perché abbiamo visto che in realtà non vanno altrove”.
“Il problema comincia ad essere difficile a sostenere per le città, per Gorizia, per Trieste e Monfalcone e tutto l’area di confine, quindi una soluzione va data, e anche quella di avere la remissione è una delle soluzioni a cui stiamo pensando”.  www.affaritaliani.it

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