Islam, Iran: conti bloccati a donne che non portano il velo

donne velate

“Sms”, messaggi di avvertimento al posto della polizia morale e conti bancari delle donne, che non portano il velo, bloccati. Lo ha annunciato Hossein Jalali, membro della commissione cultura del parlamento iraniano, come riporta il quotidiano riformista Shargh. Jalali ha spiegato come sarà il programma alternativo, allo studio, per l’applicazione dell’uso dell’hijab e del piano della castità per le donne: invece delle “pattuglie della polizia morale” – ha detto – le donne che non indossano il velo saranno avvisate tramite messaggi, prima di passare alle punizioni e che non ci sarà alcun ritiro dal piano dell’hijab perchè il ritiro significa il ritiro della Repubblica islamica”, ha affermato.

L’hijab islamico obbligatorio, considerato da alcuni come il muro di Berlino della guerra fredda degli anni ’80, simbolo per eccellenza della lettura sciita del Corano, è invece oramai avvertito come sempre più insopportabile dalle donne e dalla popolazione che chiede riforme urgenti non più procastinabili sia sociali che economiche. La protesta iniziata quasi tre mesi fa in seguito alla morte della 22enne curda Mahsa Amini, proprio a causa di una ciocca di capelli che fuoriusciva dal suo hijab, è solo l’ultima, ma non meno importante, di forti proteste contro la Repubblica islamica degli ultimi 40 anni.

Jalali ieri aveva fatto riferimento a nuovi provvedimenti da mettere in pratica nelle prossime settimane riguardo all’uso del velo in pubblico, obbligatorio nella Repubblica islamica fin dalla sua fondazione nel 1979. Le sue dichiarazioni erano apparse come “una smentita” rispetto a ciò che il procuratore generale Montazeri aveva detto sabato in merito ad una “temporanea chiusura” usando il termine تعطیل (tatil) in persiano, della polizia morale iraniana, incaricata proprio del controllo del rispetto dei precetti della Sharia sulla popolazione. www.rainews.it

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