Tanto va la gatta al lardo, che ci lascia l’Ucraina

Napoleone

di Sonia Savioli – Nel gennaio del 1961 gli Stati Uniti prepararono un piano di invasione di Cuba: era per essi intollerabile che quel piccolo Stato si fosse liberato dal loro controllo, facendo piazza pulita di una dittatura sanguinaria e corrotta, sostenuta dagli USA.

Millequattrocento uomini raccolti e addestrati negli Stati Uniti, assistiti da bombardieri americani B26, ridipinti e camuffati da aerei dell’aviazione cubana, attaccarono Cuba. I cubani abbatterono gli aerei e, in due e due quattro ebbero ragione dei mercenari: milleduecento di essi si arresero.

A quel punto, direi comprensibilmente, la piccola Cuba chiese all’Unione Sovietica di darle una mano ad armarsi contro quei vicini che volevano, e vogliono tuttora, dominare il mondo intero e che, nella loro storia, non hanno mai desistito dai tentativi di distruggere chiunque non accettasse il loro dominio. O, per essere più precisi, il dominio dei loro capitalisti.

L’Unione Sovietica rispose alla richiesta d’aiuto dell’aggredita e minacciata Cuba: nell’ottobre 1962 navi russe si misero in viaggio con un carico di missili per Cuba.

Scoppiò il finimondo. Gli USA minacciarono la guerra nucleare: non potevano tollerare che armi di quel genere venissero installate a meno di 200 chilometri dal suolo statunitense, cioè dalle coste della Florida.

Nelle favole mediatiche del tempo l’isoletta cubana diventava lo strumento dei cannibali sovietici per aggredire gli Stati Uniti. I poveri, miti, indifesi e pacifici “non indigeni” USA erano i minacciati.

Urla e strilli da tutto l’Occidente, “fermatevi, fermatevi!”. Infine, dopo che gli USA ebbero promesso di lasciare in pace Cuba, le navi russe invertirono la rotta e tornarono a casa.

Quei missili, se fossero arrivati a destinazione, sarebbero stati troppo vicino, come si diceva poc’anzi, al territorio statunitense. Una minaccia inaudita e intollerabile.

La base NATO di Elblag, in Polonia, dista 92 chilometri da Kaliningrad, cioè da una grande e importante città russa; una cinquantina di chilometri dal territorio russo. La base NATO di Tapa, in Estonia, dista un centinaio di chilometri dal territorio russo, meno di 300 chilometri da San Pietroburgo, la seconda città russa in ordine d’importanza; la base NATO di Redzikovo, missilistica, in Polonia, è a meno di 180 chilometri da Kaliningrad, a poco più di 100 chilometri dal territorio russo.

Nelle repubbliche baltiche, confinanti con Russia e Bielorussia, sono operative al momento 6 basi NATO, e si progetta di realizzarne un’altra quindicina. In Polonia sono operative 6 basi NATO.

Da quando si è dissolto il Patto di Varsavia, la NATO, invece di dissolversi assieme ad esso, si è data alla pazza gioia: le basi NATO, anche missilistiche e aeree, si sono moltiplicate.

In Europa ci sono 240 basi militari americane, con o senza copertura NATO. Tutti i paesi un tempo all’interno del Patto di Varsavia ora ospitano basi NATO e fanno parte di un’alleanza che ha il solo scopo di minacciare chi si sottrae al dominio del globalcapitalismo.

Il globalcapitalismo alla conquista del mondo non ha mai trascurato lo sviluppo delle guerre e degli armamenti. E non ha mai sopportato che ci fossero paesi fuori dal suo dominio e controllo. La Russia lo è stata per un certo tempo, sotto il suo controllo, svendendo i beni dello Stato ai prestanome delle compagnie occidentali e alle mafie, e riducendo la propria popolazione alla fame e alla miseria ma, negli ultimi decenni, la musica è cambiata: i beni pubblici sono stati rinazionalizzati, qualche oligarca è finito in galera, qualche altro si è trasferito. Lo Stato russo ha ripreso il controllo dei più importanti mezzi di produzione, e a quel punto è diventato un avversario. Chi toglie il boccone di bocca al globalcapitalismo si guadagna la sua irriducibile e vendicativa ostilità.

La NATO ha inglobato tutti gli ex paesi del Patto di Varsavia, vi ha installato le sue basi aeree e missilistiche.

Molte di queste nuove basi militari sono a pochi chilometri dal territorio russo, e la Russia lo ha finora tollerato, benché la minaccia la costringesse a concentrare buona parte delle sue risorse negli armamenti.

L’idea era di “annettere” alla NATO anche l’Ucraina. L’Ucraina confina con la Russia per circa 1500 chilometri. Lungo quel confine sorgono città russe medie e grandi; milioni di abitanti.

In Ucraina i paesi della NATO nel 2014 abbatterono con la violenza un governo eletto regolarmente e democraticamente, in un colpo di stato avviato con un massacro attuato da cecchini mercenari, che colpirono sia i manifestanti che gli agenti di polizia (1) (2). Dopodiché hanno continuato a creare, foraggiare, addestrare, armare dei veri e propri eserciti nazisti, ufficialmente “irregolari” ma che agiscono alla luce del sole e con la complicità del governo. Hanno sedi e campi di addestramento, sfilano per le strade delle città ucraine, compresa Kiev; intimidiscono, assassinano, rapiscono, stuprano, torturano, attuano spedizioni punitive nei confronti di istituzioni e organizzazioni che si oppongono alla politica governativa. Costringono con la violenza interi consigli comunali a votare secondo i loro ordini e i loro interessi; bruciano campi rom, minacciano gli ebrei, picchiano a sangue gli omosessuali.

Subito dopo il rovesciamento del governo ucraino del febbraio 2014, a marzo, un servizio della BBC mostra i campi neonazisti, l’addestramento, le spedizioni punitive(4); nel 2017 il quotidiano britannico il Guardian mostra l’addestramento dei bambini nei campi neonazisti (5)

Nel 2018 il Congresso Ebraico Internazionale condanna l’aumento dell’antisemitismo in Ucraina e l’inerzia del governo in merito ad esso. (3)

Sono solo alcune delle testimonianze innumerevoli e inoppugnabili, visto che non vengono certo da media “amici della Russia”, sulla crescita di milizie neonaziste e sulla minaccia che rappresentano per qualsiasi opposizione politica, per qualsiasi minoranza etnica in Ucraina.

Nel novembre del 2021 una televisione canadese rivela che, nonostante il “battaglione Azov”, uno degli irregolari eserciti ucraini, sia dichiaratamente neonazista, diplomatici e militari canadesi si sono incontrati coi suoi capi per realizzare una futura collaborazione.

(6) I link dei filmati della BBC, il documento del Congresso Ebraico Internazionale, eccetera, li trovate in fondo all’articolo. Sperando che il Tubo (YouTube) non abbia ancora cancellato i filmati. Visto che sono della BBC, forse resisteranno. E’ tutta roba molto istruttiva, se volete sapere come stanno veramente le cose.

Torniamo alla guerra.

Infine, l’apparato militar-industriale del globalcapitalismo imperiale si preparava alla manovra definitiva di accerchiamento e strangolamento, che era l’accoglimento dell’Ucraina nella NATO.

Delle belle basi militari, ostili e minacciose e con tanti missili nucleari, ai confini con la Russia. Affiancate da eserciti irregolari di neonazisti pronti a sconfinare, attaccare gli insediamenti russi vicini al confine e riparare di nuovo in Ucraina, costringendo la Russia a una reazione a quel punto disperata: se attacchi un paese della NATO, la NATO intera ti attacca.

Bisogna dire che la fantasia dei capitalisti e dei loro consiglieri è limitata: ripetono sempre gli stessi schemi, mentono sempre allo stesso modo banale e infantile, hanno sempre bisogno di inventarsi un nemico per giustificare la smania di sottomettere il mondo intero, e distruggere chi non è disposto a sottomettersi.

Gli eserciti irregolari di neonazisti ucraini sono deputati a svolgere il ruolo che hanno svolto gli squadroni della morte in Nicaragua e in Salvador, i tagliagole dell’ISIS in Libia e Siria… Mettere in atto una guerra non dichiarata, rivolta soprattutto contro civili indifesi, allo scopo di destabilizzare un paese e dare il pretesto all’Occidente per intervenire. L’entrata dell’Ucraina nella NATO avrebbe però fatto la differenza mortale per la Russia: l’intervento dell’Alleanza Atlantica non le avrebbe lasciato scampo.

Se qualcuno vi stringe un cappio al collo e voi reagite togliendovelo, o almeno allargandolo per non venire strangolati, potete aspettarvi che chi cercava di strangolarvi vi attacchi in altro modo.

E’ quello che sta succedendo alla Russia. Le sanzioni economiche sono il tentativo di destabilizzare lo Stato russo, di strangolarlo più lentamente, nel caso lo strangolamento veloce non riesca.

C’è un piccolo problema: come la dittatura pandemica, che doveva tra l’altro distruggere la piccola economia per lasciare alle multinazionali tutto il mercato, non essendo riuscita a raggiungere l’obiettivo di una dittatura globale, rischia di diventare un boomerang per il globalcapitalismo e la sua economia, così le sanzioni alla Russia non sono innocue per il globalcapitismo. Le stanno usando nella speranza di distruggere la Russia e mangiarsela ma, se l’obiettivo non fosse raggiunto e in breve, sarebbe un altro boomerang che si schianta sul cranio dell’economia capitalistica neoliberista.

E non ditemi che ci rimetterà “l’Europa”, perché non so cosa significhi questa parola. L’Europa è un pezzo di un continente, montagne e pianure, fiumi e laghi, foreste e campi: la terra chiamata Europa sta pagando da decenni lo sviluppo industriale con inquinamento, distruzione, cementificazione, perdita di biodiversità.

L’Europa politica, o Unione Europea, è il nome di un governo tirannico sovranazionale, impermeabile al controllo popolare, totalmente asservito agli interessi e ai dettati del globalcapitalismo, a spese prima di tutto di quella terra Europa e dei suoi popoli.

L’Unione Europea è lo strumento più fidato, in questo momento, delle multinazionali-finanziarie globali e sta lavorando per loro: la guerra permette ai suoi governi di stanziare miliardi per le armi, a vantaggio delle multinazionali. Permette, la guerra, di riprendere a comperare petrolio e carbone, a vantaggio delle multinazionali. Dopo i farmaci, le armi e i combustibili fossili: il globalcapitalismo annaspante arraffa dove può. Dopo il “consumismo” statale di farmaci, veicolato dalla “emergenza pandemica”, ecco il “consumismo” statale di armi.

Se un comparto industriale degli armamenti c’è, potente e globale, e le armi non si possono mangiare né iniettarle, bisognerà che qualcuno le “consumi” con qualche guerra. Gli Stati dell’Impero danno (mica gratis, statene sicuri) i loro ferrivecchi all’Ucraina, così si libera lo spazio negli arsenali per l’acquisto di nuove armi. A spese nostre, perché, anche se lo Stato non siamo noi, dato che è ormai una dittatura, i suoi soldi sì, sono i nostri. Così gli Stati s’indebitano ulteriormente e provocano ulteriore inflazione (dopo quella di tutti i miliardi stanziati per le multinazionali con la scusa della pandemenza). All’inflazione creata da queste cascate del Niagara di miliardi “inventati” dagli Stati, è dovuta una buona percentuale dell’aumento dei prezzi: come ci avevano insegnato a scuola, più lo Stato “stampa” moneta, meno questa moneta vale.

Questo è l’Europa politica: parte attiva della guerra ai popoli e al pianeta, e l’Europa politica è in prima fila nella guerra alla Russia

Come popoli e come ambientalisti faremmo bene, per amore della pace e dell’ambiente, compresa quella terra Europa sulla quale viviamo, a dichiarare guerra (incruenta, badate bene, almeno da parte nostra), oltre che alla NATO e alle multinazionali di ogni tipo, anche a quell’Unione Europea che è unione dei cortigiani e servi del demente, insaziabile, feroce e moribondo globalcapitalismo. Se non vogliamo morire insieme a lui.

Un particolare che ritengo non trascurabile, in tutta questa faccenda, è il presidente ucraino. L’eroico Zelensky, ex attore di serie televisive, possiede una dozzina di compagnie in paradisi fiscali (off shores): Isole Vergini, Cipro e Belize. Suoi compari negli oscuri affari esentasse sono il suo consigliere personale, Serhiy Shefir, e il capo dei servizi di sicurezza. Lo hanno rivelato i Pandora Papers, documenti di un’inchiesta condotta dal consorzio internazionale di giornalisti investigativi Icij. (7)

“La storia si ripete. Se guardiamo a ciò che accadeva in Germania quando il fascismo stava cominciando a crescere negli anni trenta, si può paragonare a quello che sta succedendo qui”. (Oleksander Radutskyi, vicesindaco di Cherkasy-Ucraina).

Sonia Savioli

1)https://www.youtube.com/watch?v=mJhJ6hks0Jg

2)https://www.antimafiaduemila.com/home/terzo-millennio/231-guerre/82351-22-febbraio-2014-quel-colpo-di-stato-in-ucraina-per-colpire-la-russia.html

3)https://forward.com/opinion/401518/violent-anti-semitism-is-gripping-ukraine-and-the-government-is-standing/

4)https://www.youtube.com/watch?v=5SBo0akeDMY

https://www.youtube.com/watch?v=hE6b4ao8gAQ

5)https://www.youtube.com/watch?v=jiBXmbkwiSw

6)https://montreal.citynews.ca/video/2021/11/10/canadas-meeting-with-ukraines-self-professed-nazi-paramilitary/

7)https://euromaidanpress.com/2021/10/06/what-the-pandora-papers-tell-about-zelenskyy-his-offshore-companies-and-his-favorite-oligarch/

https://www.theguardian.com/news/2021/oct/03/revealed-anti-oligarch-ukrainian-president-offshore-connections-volodymyr-zelenskiy

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