Covid, Kyriakides (UE): “pandemia principalmente di non vaccinati”

Stella Kyriakides

“Stiamo assistendo a un preoccupante rapido aumento dei casi di Covid-19 in tutta l’Ue”, e siamo ormai “nel mezzo di un altra ondata” pandemica, “guidata principalmente dai non vaccinati”, che “è motivo di seria preoccupazione per tutti noi”. Lo ha detto la commissaria Ue alla Salute, Stella Kyriakides (psicologa), durante un dibattito nella plenaria del Parlamento europeo questo pomeriggio a Strasburgo.

Kyriakides ha affermato di voler “inviate un messaggio molto chiaro sul ruolo dei vaccini – perché l’evidenza è chiara: la vaccinazione funziona e rimane lo strumento più efficace di cui disponiamo per proteggere le persone. Non ci sono dubbi che i nostri vaccini siano efficaci contro le forme gravi della malattia, e per limitare i ricoveri in ospedale e i decessi”, e questo vale “anche con la variante Delta ormai dominante”, come confermano “tutte le nostre evidenze scientifiche”.

decessi vaccinati

“Molte persone in tutta l’Ue, giovani e meno giovani – ha ricordato la commissaria -, sarebbero oggi in uno stato molto peggiore se non avessimo avuto la diffusione record dei programmi di vaccinazione. Ma ora – ha sottolineato – stiamo affrontando una pandemia guidata principalmente dai non vaccinati. E per di più, i numeri dei contagi in aumento purtroppo stanno alimentando l’esitazione a vaccinarsi”.

pandemia non vaccinati

vaccinati contagiati

“Dobbiamo tutti prendere una posizione ferma contro questo. La vaccinazione continua ad essere un’arma fondamentale nel nostro arsenale”, ha rilevato Kyriakides, che poi ha riferito: “Abbiamo già contattato i paesi più severamente colpiti, che sono anche quelli con i tassi più bassi di vaccinati. Noi offriamo un sostegno diretto, insieme all’Ecdc (il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, ndr), per aiutarli a combattere la disinformazione e aumentare le vaccinazioni“.

“Molti Stati membri – ha detto ancora Kyriakides – hanno iniziato a reintrodurre misure restrittive, facendo spesso affidamento sul Certificato digitale Covid dell’Ue (il ‘Green Pass’, ndr) per consentire l’accesso sicuro alle aree pubbliche. Il Certificato Ue è stato una storia di successo, il punto di incontro in cui gli Stati membri e la Commissione hanno collaborato e realizzato il più grande sistema di certificazione digitale interoperabile sul Covid nel mondo”.

Sulle misure di prevenzione sanitaria “dobbiamo evitare la frammentazione, e per questo un forte coordinamento è fondamentale” fra gli Stati membri. “Questo è il motivo per cui stiamo attualmente preparando un aggiornamento delle Raccomandazioni del Consiglio Ue relative alla libera circolazione all’interno dell’Unione”, ha continuato la commissaria.La nuova proposta “sarà adottata questa settimana”, e, ha annunciato Kyriakides, “promuoverà e riconoscere l’importante ruolo del Certificato digitale Covid dell’Ue, che è usato oggi dai viaggiatori”.

Inoltre, ha aggiunto, sarà anche aggiornata la Raccomandazione sui viaggi nell’Ue dei cittadini da tutto il mondo.”Collaborazione e coordinamento stretti” fra gli Stati membri “sono assolutamente essenziali, ad ogni passo di questo viaggio. Ma – h, pur avendo fatto i nostri migliori sforzi dall’inizio di questa pandemia, non possiamo imporre il coordinamento in un settore in cui la competenza spetta principalmente agli Stati membri. Nel campo della salute bisogna essere in 27, non solo in due per ballare il tango insieme”.

Nel quadro del progetto dell’Unione europea della Salute, ha ricordato Kyriakides, “abbiamo proposto un Comitato per la sicurezza sanitaria più forte. Questo organismo ha svolto un ruolo cruciale in questa pandemia, ma deve essere rafforzato per sostenere meglio una risposta comune a livello dell’Ue e soprattutto un coordinamento rafforzato della comunicazione del rischio ancora. Abbiamo bisogno di un rapido accordo su queste proposte”.

“È solo insieme – ha proseguito la commissaria – che possiamo garantire che l’Ue sia meglio preparata per il futuro. La nuova Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (Hera) è stata istituita proprio con questo obiettivo, e sta già lavorando per realizzarlo. Hera – ha indicato Kyriakides – ora gestisce tutti gli appalti congiunti per le terapie anti-Covid, e sta lavorando con imprese e paesi partecipanti all’Accordo per gli appalti congiunti, per garantire la parità di accesso a terapie promettenti” in tutti gli Stati membri.

Perché i vaccini e le vaccinazioni, ha spiegato la Commissaria durante la sua replica, sono fondamentali, ma non sono abbastanza: bisogna continuare a sviluppare “in parallelo” anche le terapie. E la Commissione sta attuando una strategia ambiziosa che vede già un portafogli di 12 diverse terapie (fra quelle allo studio dell’Ema, l’Agenzia europea del Farmaco), per le quali si stanno negoziando, o (in due casi) sono già stati conclusi dei contratti di acquisto congiunti.

Inoltre, Kyriakides ha segnalato che occorre arrivare a delle conclusioni, probabilmente al Consiglio Salute dell’Ue previsto il 7 dicembre, sulla durata massima del Certificato Covid digitale, e sulla necessità della dose di richiamo per chi ha già avuto le prime due dosi del vaccino.Tornando ai progetti di rafforzare le competenze comunitarie in questo settore, la commissaria ha avvertito ancora che “non possiamo avere un forte Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, o una Hera forte, senza un forte quadro Ue di sicurezza sanitaria. Dobbiamo raggiungere – ha sottolineato – un accordo politico su tutta l’Unione europea della Salute quanto prima”.”Questo – ha concluso Kyriakides – è il modo più sicuro per costruire un’Unione meglio preparata, più resiliente e più reattiva di fronte a crisi future”.  ASKANEWS

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