Card. Bassetti: Italia non può chiudere le porte ai rifugiati afghani

Bassetti Cei

“Non possiamo chiudere le nostre porte ai rifugiati afghani così come a quelli provenienti da altri Paesi dell’Africa”. Ma in questa missione “l’Italia non può essere lasciata sola come Paese di primo asilo nel Mediterraneo”.Serve quindi “una politica globale, perlomeno europea, di gestione e assistenza dei migranti”. Lo sostiene il presidente della Cei, card. Gualtiero Bassetti, in un’intervista al Sussidiario.net nel giorno in cui partecipa al Meeting di Cl

“Con il cuore e con la mente” l‘Italia potrebbe accogliere tutti i migranti che chiedono rifugio “ma so bene che è una prospettiva impossibile da realizzare – ha spiegato il card. Bassetti -. Serve però una visione globale che abbia a cuore la sorte di questi uomini e donne. Oggi la questione afghana ci chiama ad una nuova assunzione di responsabilità. Abbiamo tutti visto le immagini di quegli uomini che scappano attaccandosi alle ali degli aerei o di quelle mamme che cercano far passare i propri bambini oltre i muri di recinzione per darli ai soldati.

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Non possiamo chiudere le nostre porte ai rifugiati afghani

“Non possiamo chiudere le nostre porte ai rifugiati afghani così come a quelli provenienti da altri Paesi dell’Africa”.Secondo il presidente dei vescovi italiani “è necessaria una politica globale, perlomeno europea, di gestione e assistenza dei migranti, perché l’Italia non può essere lasciata sola come Paese di primo asilo nel Mediterraneo”.

“L’Italia – ha aggiunto il card. Bassetti nell’intervista al Sussidiario.net – è un Paese che, per storia, cultura e posizione geografica, è completamente inserito nel Mediterraneo. Per questi motivi, l’Italia non può non svolgere un ruolo di leadership in questo bacino che unisce ben tre continenti”. Una leadership “soprattutto morale, non solo politica, che possa riuscire ad incarnare concretamente la visione profetica di Giorgio La Pira: fare del Mediterraneo il ‘grande lago di Tiberiade’, un mare che unisce e non divide, un luogo di pace e non di conflitti.

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Questa – secondo il presidente della Cei – potrebbe essere una missione di grande rilevanza storica per l’Italia e anche per la Chiesa italiana: trasformare il Mediterraneo in un luogo di incontro. In altre parole, significherebbe ridare al Mediterraneo una nuova centralità in tutto il mondo”.  https://notizie.tiscali.it

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