Vaccini e varianti, Meluzzi: due scenari per l’autunno

La grande retromarcia: dopo aver attaccato in ogni modo chi solo ipotizzava che il virus potesse aver avuto origine in laboratorio, le grandi testate delle narrazione mainstream hanno a che fare con un’altra gatta da pelare in questi giorni: parliamo del noto immunologo statunitense Anthony Fauci, che come emergerebbe da alcune missive ottenute dal Washington Post e da lui scambiate tra il gennaio e il giugno 2020, sarebbe stato a conoscenza del fatto che il virus è stato “ingegnerizzato” dall’uomo.

Una querelle che sferra un duro colpo alla narrazione apertamente schierata contro questa ipotesi e che solo ora inizia a farsi delle domande che altri si fanno dal primo lockdown. Il dietrofront del mainstream non sarà però possibile sui vaccini, secondo lo psicoterapeuta Alessandro Meluzzi. Nonostante i numerosi dibattiti in corso d’opera sulle fasce d’età più adatte all’inoculazione di queste sostanze, la procedura continua a gonfie vele e stenterà, per Meluzzi, a mostrare battute d’arresto.

In particolare saranno tempi duri per chi sceglierà di non vaccinarsi o di aspettare ulteriori certezze, se come dice il premio Nobel per la medicina Luc Montagnier la vaccinazione non sortirà gli effetti sperati, o addirittura presenterà ulteriori problemi.

Vaccini e varianti, due possibili scenari per l’autunno

Due scenari sono possibili in quel caso, quando il virus risorgerà dal periodo estivo. Alessandro Meluzzi li ha spiegati a Francesco Vergovich e Fabio Duranti di Radio Radio TV

“Siccome le cose cambiano continuamente, non è detto che le leggi del caos non producano qualche elemento di difficoltà ai grandi registi di questo disegno a cui noi stiamo assistendo, i quali a loro volta, nelle loro cabine di regia, certamente stanno adattando la progettazione a quello che sta accadendo. Probabilmente stanno anche prendendo atto del crollo della finzione di Fauci, del crollo della finzione sul non-Wuhan del virus, stanno prendendo atto degli effetti collaterali in parte previsti e in parte non previsti della vaccinazione di massa che secondo i grandi esperti deve adattarsi a ciò che sta accadendo.

Siccome probabilmente, come ha detto bene il Dott. Zangrillo, oggi siamo in una fase di quiescenza virale, cioè nella fase estiva nella quale notoriamente i virus respiratori, i virus del raffreddore, il rinovirus e il coronavirus non circolano, noi dobbiamo prepararci a quello che sarà il vero momento drammatico, cioè quando i virus respiratori si ripresenteranno puntualmente come ogni anno.

Vaccini e varianti, i possibili danni

Lì ci sono due possibilità secondo me: una possibilità è che non succeda niente di grave, cioè che alla fine vaccinati e non vaccinati vadano incontro ad una situazione virologica normale, come normali sono state quelle che hanno preceduto questi anni, perchè anche secondo i dati dell’Istat il numero generale di morti per malattie virali respiratorie del 2020-2021 non ha avuto scostamenti significativi rispetto al 2015. Questa è l’ipotesi benevola.

L’altra ipotesi avanzata da molti virologi e immunologi importanti, di cui il capofila è il Professor Montagnier, è che invece la campagna vaccinale fatta in presenza di diffusione massiccia del virus potrebbe produrre gravissimi danni al sistema immunitario dei vaccinati, ma Dio non voglia che accada.

La Big Pharma a quel punto non ammetterebbe lo scacco della campagna vaccinale, ma si dovrebbe andare alla ricerca dei non vaccinati che sarebbero ritenuti i veicoli delle varianti. In questo scenario da incubo i non vaccinati andrebbero rinchiusi nei famosi container che sono pronti. Ci prepariamo sapendo che questo potrebbe essere uno degli scenari“.

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