“I prossimi anni richiederanno uno sforzo fiscale per far fronte ai costi dell’epidemia. SarĂ necessario guardare all’efficienza e all’equitĂ del sistema tributario, ipotizzando varie forme di ricomposizione del contributo dei prelievi diretti e indiretti alla copertura del bilancio” dello Stato. Lo rileva la Corte dei Conti, sottolineando che “un’adeguata attenzione potrebbe essere riservata a un parziale spostamento del prelievo dall’Irpef all’Iva”.
Nel Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica 2021, la Corte spiega inoltre che è “cruciale riavviare un credibile, graduale e sostenuto processo di rientro dal debito non appena le condizioni lo consentiranno”. Altrettanto “cruciale è la credibilitĂ degli impegni affinchĂ© si minimizzi lo spread che va a sommarsi al tasso di interesse ‘di fondo’ e si preservi un favorevole sentiero prospettico per il costo medio”.
“A differenza di quanto programmato in autunno – ricorda la Corte – nella Nota di aggiornamento e nel Documento programmatico di bilancio, il Def prospetta per il 2021 un’ulteriore lievitazione del rapporto (di 3 punti, al 159,8 per cento), quale risultato di un deficit piĂą elevato e un livello del Pil nominale piĂą contenuto per gli effetti delle nuove restrizioni poste alle attivitĂ economiche con il riacutizzarsi della crisi sanitaria. L’inversione della tendenza al rialzo viene così rinviata al 2022. La scelta appare condivisibile e per certi aspetti, inevitabile”.
Secondo la magistratura contabile, “è importante, come del resto raccomandato recentemente dagli stessi principali organismi internazionali (Fondo monetario, Ocse e Banca centrale europea), che il bilancio pubblico sostenga i bilanci privati fino a quando sarĂ necessario per preservare il potenziale produttivo e di crescita”. affaritaliani.it

