Covid, ricercatori: contagio via aerosol poco probabile

covid immunità di gregge globale

La trasmissione del covid in ambienti chiusi per aerosolizzazione sarebbe “molto meno probabile” rispetto al contagio per contatto diretto con gocce di saliva, il cosiddetto ‘droplet’, o ciò che rimane sulle mani e le superfici. E’ la tesi emersa da uno studio scientifico condotto da un team di ricerca all’ospedale San Martino di Genova illustrato all’ANSA dall’infettivologo Matteo Bassetti in occasione della Giornata mondiale dedicata all’igiene delle mani.

Covid, non rilevate tracce di virus nell’aria

“Nell’ambito della sorveglianza che l’ingegneria chimica del policlinico porta avanti è stato posto un gorgogliatore all’interno di alcuni reparti a rischio con pazienti covid positivi – spiega Bassetti -: lo strumento non ha rilevato tracce di virus nell’aria”.
Bassetti rimarca come a livello internazionale ad oggi non esistano ricerche scientifiche certe che “dimostrino come all’interno di un ambiente chiuso i soggetti mai venuti a contatto l’uno con l’altro si siano contagiati“.

“In una stanza dove c’è un malato covid non rilevare la presenza del virus nell’aria mi pare che sia un dato abbastanza strano – sottolinea -. Dicono che se entri al ristorante i virus aerosolizzano e ti mangi le particelle e noi all’interno di una stanza dove abbiamo un paziente covid positivo, con il gorgogliatore molto vicino dove lui respira, non rileviamo la presenza del virus”. (ANSA)

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2 thoughts on “Covid, ricercatori: contagio via aerosol poco probabile

  1. “Se vuoi una cosa ben fatta, DEVI FARTELA DA TE”…
    Prendiamo atto che youtube, specialmente da quando comanda Google e’ quantomeno indisponente.
    Contemporaneamente lancio l’idea, che accarezzo da diverso tempo, di avviare una sottoscrizione pubblica (oggi fa fico definirla crowdfunding) per la creazione di una piattaforma di scambio messaggistica e contenuti video dove sia espressamente stabilita la volonta’ di lasciare ad ognuno la responsabilita’ di quanto pubblica, limitando e al limite chiudendo gli account solo dopo richiesta della pubblica autorita’ ed in seguito ad accertate violazioni penali, o quando si invade un account altrui. Se uno decide di comportarsi da stupido o maleducato, credo bastera’ perche’ gli altri decidano di non interagire con lui.

  2. Allora, la stessa notizia ,basata su un Report di OMS, tre giorni fa mi è costata la rimozione da Youtube di un video di 31 secondi del dottor Scoglio.
    Con conseguente secondo avvertimento.
    Al terzo avvertimento mi cancellano.
    Quel cesso di Youtube, che partì presentandosi come spazio di libertà scevro da censure di sorta.
    Una chiavica, come dicono a Napoli.

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