Il Festival di Sanremo svolge lo stesso ruolo che svolgono quotidianamente tutti media nazionali, finalizzato al lavaggio del cervello e all’annientamento della psiche di un popolo di pecore
Mi è giunta voce che quel fenomenale e irrinunciabile meccanismo di rimbecillimento e dissolvimento morale totalitario popolare che risponde al nome di Festival di Sanremo,
quest’anno è realizzato senza pubblico.
Da questo fatto chi non è cieco mentalmente deduce immediatamente due lampanti considerazioni:
1) Questo festival è talmente decisivo nei suoi effetti dissolutori che deve essere sempre e per forza portato avanti a qualsiasi costo; il che è conferma palese di per sé di quello che abbiamo appena detto e diciamo da sempre;
2) ben più importante ancora: il farlo con il teatro vuoto, ovvero in un clima spettrale che rievoca di per sé il Covid e tutto quanto sta accadendo da un anno a questa parte, è utile al fine della “normalizzazione” della anormalità della nuova vita (meglio dire: non-vita) che ci stanno imponendo.
Il festival di Sanremo e un popolo di pecore
Ovvero: “niente sarà più come prima”. Vale a dire che anche il Festival svolge lo stesso ruolo che svolgono quotidianamente tutti media nazionali, finalizzato al lavaggio del cervello e all’annientamento della psiche di un popolo di pecore che corrono in massa verso il burrone pensando di salvarsi la vita.
Il tutto con il sostegno di quei pastori (laici ed ecclesiastici) che si sono messi a correre pure loro.
Massimo Viglione
A Sanremo si può. Il distanziamento sociale è solo per i miserabili