Cassese: basta Dpcm, ripartire dall’articolo 16 della Costituzione

Bisogna ripartire dall’articolo 16 della Costituzione, afferma Cassese. Questo richiede che, per limitare la libertà di circolazione dei cittadini e degli altri residenti, è necessario innanzitutto una legge

Sabino Cassese

“Discontinuità” rispetto al Conte bis da declinarsi mettendo fine alla “cacofonia di voci” udite l’anno scorso, “ripartendo dall’articolo 16 della Costituzione per quanto riguarda le libertà di circolazione dei cittadini” e “mandando in soffitta il Dpcm”. Ne parla il giudice emerito della Corte Costituzionale, professore Sabino Cassese, discorrendo con l’Adnkronos anche delle criticità emerse per la “errata interpretazione” del titolo V, delle sfide della Pubblica amministrazione “ben chiare al ministro Brunetta” e della necessità o meno di riforme all’impianto costituzionale del 1948 in cui “vi sono parti che non hanno trovato attuazione, sono state dimenticate”.

Come si deve muovere il governo Draghi: in continuità o discontinuità con il governo precedente? Ancora Dpcm o decreto legge? Quali devono essere il metodo, lo strumento e le sfide?

“È necessaria la discontinuità – risponde Cassese – La Corte costituzionale si è pronunciata già due volte, nelle ultime settimane, disponendo che gli interventi di contrasto della pandemia fanno parte della profilassi internazionale, che spetta in via esclusiva allo Stato. Dunque, la cacofonia di voci che abbiamo sentito nel corso dello scorso anno deve cessare”.

“In secondo luogo – prosegue – bisogna ripartire dall’articolo 16 della Costituzione. Questo richiede che, per limitare la libertà di circolazione dei cittadini e degli altri residenti, è necessario innanzitutto una legge e che essa deve essere di carattere generale. Quindi occorre che vi sia un atto normativo, prima che possano essere emanati atti amministrativi.

Infine – rimarca – è bene mandare in soffitta il Dpcm e, una volta adottate leggi o decreti legge, ricorrere ai decreti del presidente della Repubblica, oppure alle ordinanze, come prevede la legge del 1978. Aggiungo che i cittadini, duramente provati nell’anno trascorso dalla scarsa chiarezza, nonché dalle molte incongruenze del governo, vorrebbero poter leggere atti normativi ed amministrativi scritti in modo chiaro, senza rinvii ad altri atti, comprensibili”.

Come si può semplificare la burocrazia, identificata da tanti come ostacolo all’economia?

“Il ministro Brunetta ha ben chiari gli obiettivi della riforma amministrativa – attesta Cassese – anche perché è già stato ministro della funzione pubblica. È urgente ridisegnare molti processi di decisione farraginosi. Alimentare con personale ben scelto i vertici amministrativi. Liberare i funzionari amministrativi delle troppe responsabilità civili, penali e contabili che sono state scaricate sulle loro spalle. Sopprimere i controlli preventivi”. […]

(di Roberta Lanzara – ADNKRONOS)

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