Economista tedesco: “vogliamo un cambio di regime in Russia”

di Maurizio Blondet – “Gli  obiettivi che abbiamo nei confronti della Russia sono molto grandi: non vogliamo niente di meno che un cambio di regime in Russia, che è molto difficile da ottenere con la pressione economica ”  della sola UE.  “Se vuoi davvero mettere la Russia in ginocchio economicamente, avrai bisogno di una grande coalizione di paesi, perché l’Europa da sola non può ottenere tutto ciò che è necessario.”.

Parola di un economista-principe,   anzi  il  “massimo economista” tedesco, secondo DWN. Gabriel  Felbermayr  (in realtà “austriaco”), presidente da un anno del Kiel Institute for the World Economy (Institut für Weltwirtschaft, IfW)  , dopo essere stato per anni  direttore dello  Ifo Institute for Economic Research, i  più grande ed  influente “pensatoio”   (think tank)   economico in Germania, e suggeritore del governo.

Sulle questioni economiche, non su quelle  politiche . Fino ad oggi.

Perché adesso dicendo in una intervista molto importante  (alla Radio Tedesca) che “non vogliamo niente di meno che un cambio di regime in Russia”,    “uno dei più importanti economisti del paese sta rendendo pubblico che stanno perseguendo l’obiettivo quasi ufficiale di un cambio di potere in un altro paese importante”, nota DWN […] E chi intende l’economista quando  dice “noi”? (“Non vogliamo niente di meno che un cambio di regime”)? Chi vuole niente di meno che un cambio di regime in Russia: gli economisti tedeschi? il governo tedesco? la Commissione UE?  La leadership della NATO?  Tutti loro?”.

Una risposta può essere la volonterosa partecipazione della Cancelliera all’accusa che è stato Putin a  far avvelenare –   con  lo scampato avvelenamento col Novichok (che non perdona) quello che i media occidentali, sudando sette camice, si  sforzano di  far passare per  “il maggior avversario politico  di Putin”,  quel Navalni dal 2%.

Come nota a margine: dopo  aver “guarito”  Navalny dal novichok,  il governo  tedesco lo ha  nascosto  nella Foresta Nera (“riabilitazione”), dove ha prodotto il video sul presunto palazzo di Putin per conto di una società di produzione americana di Los Angeles .

Un falso messo in piedi con quel misto disarmante di arroganza ingiuriosa, arbitrarietà pressapochista, e  puerilità che tradisce la “firma” dei circoli di Bruxelles, che credono alla propria propaganda, ossia di rappresentare  il  più perfetto  “stato di diritto”  e di volerlo diffondere con sanzioni a paesi che non obbediscono ai “nostri valori”, LGBT,  nozze gay, uteri in affitto aborto liberissimo, gender, azzeramento del CO2,  vaccini Pfizer, niente debito pubblico…

L’intervista dell’economista Gabriel Felbermayr alla DeutchlandFunk verteva appunto sul fatto che il   rappresentante per gli affari esteri dell’Ue Josep Borrell era andato a Mosca a pretendere da Lavrov il rilascio di Aleksei Navalni, nella convinzione  che – appunto  – l’Europa sola conosce lo “stato di diritto”  –  e  la Russia no. Tipico miscuglio eurocratico di gratuita  ingiuriosità e infantilismo, a cui Lavrov ha risposto da adulto, ricordando a Borrell che nella sua Catalogna – altro che Navalny – ci sono decine di  politici in prigione per il “reato” di  aver chiesto un referendum; ha inviato a Borrell un video che  con i vari pestaggi delle polizie europee nelle manifestazioni non autorizzate nei paesi dell’ Europa occidentale.

Lavrov ha aggiunto che sull’avvelenamento di Navalny l’Europa ha mentito e si è dimostrata un partner inaffidabile.  Per concludere: “Il principale problema a  cui siamo confrontati tutti è  la mancanza di normalità nelle relazioni fra Russia e Unione Europea. Una situazione malsana che non giova a  nessuno”.

Tornato  Borrell con le pive nel sacco,  gli eurodeputati  lo hanno accusato di aver “preparato male l’incontro”: si aspettavano di vederlo tornare con  Navalny, consegnato  con umili scuse dal non-stato-di-diritto? L’infantilismo  dilaga, evidentemente,   nei circoli di potere in  Europa. E  in fondo anche la dichiarazione esplosiva del Massimo Economista tradisce   il delirio di onnipotenza tipico del cinquenni: dopo aver confermato  che “noi non vogliamo di meno che  il cambio di regime in Russia”, ha aggiunto che le sanzioni della sola Europa non bastano. “Se vuoi davvero mettere la Russia in ginocchio economicamente, avrai bisogno di una grande coalizione di paesi. Almeno la Cina sarebbe necessaria a bordo e, idealmente, l’India e altri partner commerciali della Russia”.  Almeno la Cina e l’india.  […]

E non avete  ancora visto niente.

www.maurizioblondet.it

SOSTIENI IMOLAOGGI
il sito di informazione libera diretto da Armando Manocchia

IBAN: IT59R0538721000000003468037 BIC BPMOIT22XXX
Postepay 5333 1711 3273 2534
Codice Fiscale: MNCRND56A30F717K

One thought on “Economista tedesco: “vogliamo un cambio di regime in Russia”

  1. Evidentemente non è sufficiente farsi gli affari propri e commerciare liberamente, come i principi liberali originari suggeriscono.

Comments are closed.