Covid, perché 86.000 morti non fanno nessuna differenza per chi comanda

di Antonio Amorosi – – Ogni giorno qualcuno si propone di tenere in vita il governo, poi ci ripensa, poi ci riprova, tanto non si vota. No, si vota! Poi sulla scena appare il “responsabile” più ridicolo mai visto: ma no, ora abbiamo i numeri, non si vota! Invece non li abbiamo. In tv si racconta la drammatica crisi. Quando vedi i commentatori così rilassati a ridacchiare e a darsi di gomito capisci però che non ci crede nessuno. E’ solo l’ennesima tappa del pantano italiano. Come ne usciremo? Chissà.

Intanto nel resto del Paese c’è chi aspetta ancora la cassa integrazione, chi i ristori, chi le mancate entrate perché non può tenere aperta l’attività, chi ha bisogno solo di un po’ di denaro per mangiare o assistere gli anziani che non riesce più a seguire, chi semplicemente per curarsi.

I parlamentari sono diventati da tempo la macchietta del Paese (non tutti ovviamente perché qualcuno va controcorrente) in un gioco delle parti, col culo al caldo a 15.000/16.000 euro netti di stipendio al mese. Come a fare marachelle in sagrestia poi arriverà il prete a sistemare tutto. Chi svolgerà la parte del prete a questo giro di giostra: Cottarelli? Cartabia? Gentiloni? L’Europa con i suoi soldi capestro per indebitarci per il resto dei nostri giorni?

“Dai ragazzi, abbiamo scherzato”, dirà uno di loro e ci trascineremo un passo avanti, mettendo sotto il tappeto il resto della polvere. Si ricomincia da capo. Si fa una cosina di qua e una di là, un progettino che poi prende corpo fra 10 anni.

A Pechino in 48 ore costruiscono un ponte, trasportando oltre 1.300 tonnellate di pavimentazione. A noi servirebbero anni. In 48 ore troviamo un parlamentare che vuole curare la xylella degli ulivi con il sapone.

Quel solco che divideva chi fa politica dai cittadini oggi è una voragine. Non sono bastati più di 86.000 morti di Covid, tra cui 303 medici e 68 infermieri, per cambiare registro perché non si può. Cari italiani siete condannati a morire fino a quando resterete un Paese di cattocomunisti che aspettano il prete che gli dia lo scappellotto per continuare a giocare.

Si vive nell’immediatismo, senza una visione del futuro e con un trascinamento di attività che vanno avanti da sole. Il testo del Recovery Found approvato dall’attuale governo ne è la prova: c’è scritto che vogliono rifare l’Italia così come è. Non c’è né visione di un futuro né un’idea che nasconda un qualche pensiero anche confuso. Sembra il copia e incolla di migliaia di altri documenti inutili.

Non ci sono obiettivi. Non essendoci obiettivi non ci sono strategie per raggiungerli. Non c’è una visione condivisa, vitalità, rinnovamento, leader forti, volontà di espansione.

In Italia ogni piano salta perché c’è un imprevisto, ogni strategia va a sbattere contro il muro della burocrazia, anche per il più realistico dei progetti deve aspettare decenni per vedere la luce se non ha un bella spintarella.

Ma attenzione, è possibile che fra un po’ la gente chieda a gran voce un uomo forte solo al comando, ma per davvero, non le cazzate che sentiamo tutte le sere in tv su quel cattivone di Salvini e prima ascoltavamo su Berlusconi, ma un sistema autoritario temporaneo che faccia almeno balenare la speranza di un minimo di giustizia sociale, più di questa democrazia corrotta che sta affamando e tenendo bloccato il Paese da anni e che con il Covid è esplosa definitivamente. Un sistema che non risolverebbe nulla se non in superficie. Un pericolo che corriamo continuando a gingillarci con questo nulla a 16.000 euro netti al mese.

https://www.affaritaliani.it/politica/perche-86000-morti-di-covid-non-fanno-nessuna-differenza-719555.html

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