Vaccino Covid, dirigente di Moderna: “Non sappiamo se riduce la trasmissione”

L’emergenza Coronavirus continua in tutto il mondo. Il numero di contagiati è elevatissimo, così come quello di ricoverati in ospedale o costretti alla rianimazione. La speranza è riposta nel vaccino, ormai l’arrivo è imminente. Ma nonostante i dati incoraggianti sull’efficacia dei tre candidati che hanno superato la fase 3, proprio da uno di questi, quello che ha dichiarato la percentuale di successo più alta, il 95%, arriva un segnale di allarme.“Bisogna stare attenti a non sopravvalutare i risultati – ha detto Tal Zaks, direttore medico di Moderna al sito Axios –. Quando inizieremo la distribuzione di questo vaccino, non avremo dati concreti sufficienti per dimostrare che questo vaccino riduce la trasmissione“.

L’ha detto chiaramente  anche Ilaria Capua, direttore del One Health Center of Excellence for Research and Training dell’uni – versità della Florida su La7 a DiMartedì: “Se lei, Giovanni Floris, si vaccina contro il Covid, non si ammala. Ma può infettarsi e trasmettere il virus.

L’infezione è una cosa e la malattia un’altra. Il virus quando infetta una persona si replica nelle prime vie respiratorie, per esempio dieci particelle virali possono diventare molte centinaia o migliaia. Il vaccino impedisce che entrino nel sangue diventando 100 mila o un milione. La persona non si ammala ma il virus c’è, quindi può trasmetterlo. Così sarà fino al raggiungimento dell ’immunità di gregge (il 60/70% di popolazione vaccinata secondo il ministero della Salute, ndr).  affaritaliani.it

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